Luca Rocca
Per risalire agli «amici dei terroristi che siedono in Parlamento» - come dice Paolo Bolognesi, presidente dei familiari delle vittime della strage di Bologna - non cè bisogno di rispolverare l«album di famiglia» della sinistra nostrana. Basta dare unocchiata alle attività di deputati e senatori dellUlivo sensibili più agli ex protagonisti della lotta armata che a vedove e orfani degli anni di piombo. Il caso più clamoroso resta quello di Silvia Baraldini, condannata dalla giustizia americana a 43 anni di galera per associazione sovversiva, uscita per motivi di salute e trasferita in Italia: il 27 dicembre 2002 ha ottenuto una collaborazione con la giunta del signor Walter Veltroni, che ha glissato sullex Ucc, Claudia Gioia, incaricata di curare lallestimento delle mostre al museo «Macro» del Comune di Roma. A caldeggiare il rinnovo del contratto di consulenza per la Baraldini fu un nome che torna spessissimo ogni qualvolta cè di mezzo un ex terrorista da santificare: Paolo Cento, dei Verdi. Quando sbarcò in Italia, ad attendere la detenuta a Fiumicino, in pista gongolava però lattuale segretario del Pdci, Oliviero Diliberto. Tra i grandi sponsor dellex terrorista, da sempre Lucio Manisco, già europarlamentare del Prc, lattuale presidente della Camera, Fausto Bertinotti e Vladimir Luxuria.
Tra i tanti supporters del non più latitante Oreste Scalzone, fondatore di Potere operaio, spicca il no global del plurindagato Francesco Caruso, quello delle finte molotov alla Camera: «Evviva, Oreste è finalmente libero, lo aspetto in Parlamento». Tornando allimmancabile Cento, riuscì a sollevare polemiche persino sullapplauditissimo arresto, in Egitto, delle primule rosse brigatiste Rita Algranati e Maurizio Falessi. Quanto al fuggiasco Cesare Battisti, poi catturato in Brasile, lunghissima è la schiera dei buonisti prima, durante e dopo le manette. Il Prc Russo Spena sollecitò un provvedimento di clemenza ad hoc alla luce della sua personalità «che è molto cambiata nel corso di questi anni» mentre la collega Maura Cossutta se la prese con chi esultava parlando di «rigurgito di orgoglio fascista». Prima ancora, quando la Chambre dAccusation decise per lestradizione dellesponente dei Colp, insorse il verde Mauro Bulgarelli (altro parlamentare gettonatissimo) che al sito amnistia.net dellex brigatista Porsia rilasciò unintervista choc sulle «pene inflitte che vanno riconsiderate alla luce dellattuale contesto storico». Cento e Bulgarelli vanno spesso a braccetto, firmano appelli e interrogazioni parlamentari come nel caso dellarresto di Moreno Pasquinelli, leader del Campo Antimperialista coinvolto nel 2004 in uninchiesta sullorganizzazione terroristica turca Dhkp-C. A loro si associò pubblicamente anche lex ministro Katia Bellillo, del Pdci, che si recò in carcere per portare solidarietà ai sospetti kamikaze. Sulla stessa lunghezza donda di Cento e Bulgarelli troviamo svariati parlamentari di Prc (da Elettra Deiana a Graziella Mascia fino a Franco Giordano) tutti già impegnati a denunciare pubblicamente lo stato detentivo dellex br Paolo Persichetti, condannato per lomicidio del generale Licio Giorgieri. Se con leuroparlamentare di Rifondazione comunista, Luisa Morgantini, collabora a tempo pieno, dal 2002, Anna Maria Cotone, ex militante del Partito Guerriglia, di Sergio DElia, ex esponente di Prima Linea, si è già detto e scritto tanto per la sua elezione con la Rosa nel Pugno in quota «radicale» e per la nomina a segretario daula a Montecitorio. Presenza paradossale quella di Roberto Del Bello, ex brigatista rosso veneziano, scelto come assistente particolare dal sottosegretario allInterno, Francesco Bonato (Rifondazione). Chi invece non ha fatto molta strada in politica è Alessandra De Luca, br passata per il processo Moro: è stata candidata senza fortuna con Rifondazione alle regionali del Lazio. Nel giornalismo hanno avuto fortuna i bierre Francesco Piccioni e Geraldina Colotti assunti entrambi al Manifesto di partito.
A perorare la causa professionale di Susanna Ronconi, figura storica di Prima Linea, ci aveva provato prima il ministro diessino Livia Turco (provò a darle un incarico al ministero, poi dovette far macchina indietro per le proteste) e più recentemente il ministro della Solidarietà sociale, il comunista di Rifondazione Paolo Ferrero che per averla nominata (illegittimamente) nella «Consulta sulle tossicodipendenze» è finito indagato dalla procura di Roma. Menzione finale per Domenico Giglio, ex brigatista protagonista delle rivolte carcerarie a Trani, Nuoro, Termini Imerese.
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