Tutti d’accordo, la sinistra applaude

Giudizi positivi sul primo «test» dell’era Draghi Ma i sindacati si preoccupano per l’occupazione

da Milano

Sarà la prima grande fusione dell’era Draghi: il progetto di integrazione tra Banca Intesa e SanPaolo, che risponde all’auspicio lanciato dal governatore della Banca d’Italia nelle sue considerazioni finali, sarà anche il primo importante test per le nuove regole su autorizzazioni ed esame dell’operazione, che chiamano in causa anche l’Antitrust. E non avranno certamente mancato di parlarne, nel loro incontro di ieri, Draghi e il ministro dell’Economia Tommaso Padoa-Schioppa. Se da Palazzo Koch non è uscita alcuna dichiarazione, molti, e tutti favorevoli, sono stati invece i commenti del governo a quella che si prospetta come la nascita di un colosso bancario.
A cominciare dallo stesso ministro dell’Economia, che vede «positivamente la nascita di una grande banca italiana di dimensioni tali da svolgere un ruolo importante sul mercato europeo e internazionale». Il progetto riceve anche la benedizione del presidente del Consiglio: per Romano Prodi la fusione «può aiutare anche lo sviluppo del nostro Paese con la presenza italiana sui mercati stranieri» perchè «noi non abbiamo mica banche in Cina». E sottolinea: «Io sono per la concorrenza ma invece di essere sempre predato vorrei, qualche volta, anche essere il predatore».
Anche il segretario Ds Piero Fassino plaude all’operazione «di grande rilievo strategico che, condotta a termine, consentirà al nostro Paese, dopo l'accordo Unicredit-HVB, di avere un altro grande gruppo bancario capace di competere su tutti i mercati». Anche se resta, e pesa, l’incognita D’Alema:il quale potrebbe, secondo alcuni commentatori, guidare l’opposizione di una parte dei Ds all’operazione, «targata» Fassino e Margherita.
La grande fusione piace all’ex ministro dell’Economia, il vicepresidente di Forza Italia Giulio Tremonti. ««È la prova che concentrazione e rafforzamento del sistema bancario italiano possono essere operate sul mercato e senza stregonerie», dice. Ed è «una bella notizia» per il capogruppo di Forza Italia alla Commissione Lavori Pubblici del Senato, Luigi Grillo.
Soddisfatte, ma preoccupate delle ricadute dell’operazione sul territorio, le istituzioni piemontesi, i cui rappresentanti siedono nella Compagnia di San Paolo, il maggiore azionista della banca. Per il sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, il progetto «va nella direzione giusta, ma ci sono aspetti della vicenda che dovranno essere seguiti con attenzione». Secondo la presidente della Regione Piemonte, Mercedes Bresso, «bisognerà vedere quale saranno i futuri assetti e quali le ripercussioni sul piano occupazionale», mentre il presidente della Provincia, Antonio Saitta, si preoccupa di «difendere la torinesità del Sanpaolo».
E se il progetto «è un'ottima notizia» per il presidente di Confindustria Luca di Montezemolo, il sindacato mette le mani avanti: sì alla fusione, ma non a spese dell’occupazione.

Per il leader della Cgil Guglielmo Epifani «andrà prevista l’apertura di un tavolo di confronto» e anche il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, ha chiesto a breve un incontro con i vertici delle due banche.

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