Politica

Tutti i segreti di Coppito, la caserma-bunker

Una cittadella fortificata di 50 ettari in grado all’occorrenza di isolarsi dal resto del mondo, di chiudere al di fuori delle mura perimetrali qualsiasi minaccia e di aspettare. Di resistere. Autosufficiente per settimane. Forte di un sistema di recupero di acque reflue, di un inceneritore interno, di scorte di metano, di un hangar sotterraneo che ospita elicotteri, di immensi magazzini e di cucine capaci di sfornare 5mila pasti in contemporanea.
Questi solo alcuni dei segreti disseminati lungo gli sconfinati bunker della Scuola ispettori e allievi sottufficiali «Maresciallo Vincenzo Giudice» di Coppito, sede del prossimo G8. E poi? E poi è tutto «Nos» (nulla osta speciale), segreto di Stato. Basta sapere che la «Vincenzo Giudice» è, anche dopo aver affrontato un terremoto di magnitudo 6.3, uno dei luoghi più sicuri d’Italia. «E non credo che esistano strutture simili in tutta Italia» commenta Luisa Todini, della Todini costruzioni general spa, la società che a cavallo fra gli anni ’80 e ’90 realizzò il complesso di fabbricati capaci di rimanere perfettamente integri mentre tutt’attorno una provincia si accasciava travolta dal sisma. Una struttura che i servizi segreti delle maggiori potenze mondiali hanno considerato abbastanza sicura da acconsentire che i loro leader vi risiedessero per giorni. Nonostante la terra continui anche in questi giorni a tremare. «Gli edifici reggeranno - assicura la Todini -. Sono stati costruiti a regola d’arte, seguendo parametri di sicurezza più elevati di quanto previsto dalla normativa dell’epoca».
E il risultato è sotto gli occhi di tutti. Alcune «fessurazioni», sottili incrinature delle murature, gli unici segni dello sciame sismico appena passato. Ma anche queste sono in realtà segnali positivi, perché «testimoniano la capacità elastica delle strutture».
Alla «Vincenzo Giudice» quello che conta è quello che non si vede. La piazza d’armi da 250 metri di lato è imponente, ma i bunker nascosti che ripropongono sotto terra la stessa planimetria (38 ettari!) della caserma ha qualcosa di incredibile; qui c’è una seconda cittadella, una fortezza dentro la fortezza nella quale rifugiarsi: il sistema di corridoi e sale sotterranee è raggiungibile da ogni struttura in superficie, ed è stato adibito, prima di ospitare i grandi della Terra, a cassaforte d’Italia: qui sono stati custoditi alcuni dei caveau della Banca d’Italia, che vi ha nascosto valuta di riserva della Zecca dello Stato e, secondo il quotidiano Il Centro, anche una copia in backup dell’anagrafe tributaria di Roma. Anche l’eliporto, costruito in modo che vi atterri qualsiasi tipo di elicottero cela nel sottosuolo degli hangar che custodiscono materiale bellico.
E novanta giorni dopo il sisma che ha sconvolto l’Abruzzo, questo complesso dove prima del 6 aprile venivano formati i futuri ispettori delle Fiamme gialle e che nei giorni successivi è diventato il quartier generale dei soccorsi, si è completamente rifatto il look per accogliere 39 tra capi di Stato, di governo e rappresentanti delle più importanti istituzioni mondiali. Gli uomini della Protezione Civile hanno lavorato giorno e notte affinché tutto fosse pronto per l’8 luglio, quando Sarkozy, Medvedev e gli altri arriveranno nella cittadella militare.
Nella caserma sono stati predisposti oltre un migliaio di alloggi che possono ospitare circa 1.500 persone: 39 tra appartamenti e suite per i capi di Stato e di governo, 16 stanze per gli sherpa e 914 per i delegati. Ogni delegazione sarà composta dal presidente o dal premier e 25 delegati.
La scelta che è stata fatta è stata di dividere gli otto grandi in quattro palazzine: il presidente Usa e il premier Silvio Berlusconi, poiché l’Italia è il Paese ospitante, alloggeranno nello stesso edificio, uno dei più isolati della scuola, a poca distanza dall’eliporto. Gli altri leader, invece, saranno divisi in gruppi di tre, quattro delegazioni per
edificio.

«Non ci sarà il lusso degli hotel della Costa Smeralda o di via Veneto - ha detto Bertolaso in occasione della presentazione del vertice alla stampa estera - ma saranno comunque sistemazioni decorose e degne di accogliere personalità così importanti».

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