Diciamocelo francamente: il nome IpTv è brutto da far paura, e per di più comprensibile solo a chi mastica un po’ d’informatichese. Insomma, quanto di meno adatto per sedurre i milioni di consumatori che si avvicineranno alla televisione del futuro, quella che transita via Internet. Così Microsoft getta l’ostico acronimo alle ortiche e rilancia con il più accattivante (per orecchie anglofone) Mediaroom.
Come il predecessore IpTv, Mediaroom è un servizio che le telecom erogano ai loro clienti, sotto forma di video on demand ad alta risoluzione, che possono anche essere registrati dinamicamente: il caso tipico è quando vien voglia di bersi una birra durante la trasmissione di una partita in diretta; per essere sicuro di non perdere un goal, lo sportivo da salotto schiaccia il tasto “rec”, si piglia la bevanda e poi si guarda lo spettacolo da dove l’aveva lasciato, magari per recuperare il gap tra diretta e differita casalinga al primo break pubblicitario. A questo piatto forte, Mediaroom aggiunge la “condivisione dei contenuti digitali personali”, che meno burocraticamente significa poter trasferire dal pc sul televisore di casa le fotografie digitali o sparare allo stereo i file mp3 per godersi la musica. Per chi vuole farsi una abboffata di tv, c’è anche l’inquietante possibilità di aprire finestre su finestre su un solo schermo, per spararsi più canali contemporaneamente o magari lo stesso programma visto sotto diverse angolazioni o inquadrature.
Nuovo anche l’ambiente software per le applicazioni multimediali, che offre ai service provider l’occasione di creare i servizi di prossima generazione di cui si parla tanto e si vede poco: per esempio portali dinamici di video on demand, giochi e tv interattiva.
I contenuti (cioè film, spettacoli e sport, per capirci) vengono sia da Internet a banda larga, il che è la ragione stessa di essere dell’IpTv, di cui Mediaroom altro non è che il successore, ma anche - e qui in Italia siamo messi benino - la televisione digitale terrestre, che si integra perfettamente con l’offerta di televisione su Ip. Essendo inscindibilmente legata al servizio, Mediaroom sarà nel prossimo futuro disponibile solo attraverso i content provider, che da noi sono (o meglio, saranno presto) Telecom Italia e Wind.
Youtube diventa
poliglotta
Se Microsoft attacca, Google non dorme e risponde colpo
su colpo. Mentre gli uomini di Gates puntano ai programmi professionali curati
dalle case di produzione e veicolati dalle telecom, Youtube dà un colpo al
cerchio e uno alla botte, cioè si prende cura sia della tv di qualità che dei
filmetti amatoriali che hanno reso la creatura di Hurley e soci un successo
mondiale. E dunque Youtube si diversifica, aprendo portali locali in Brasile,
Francia, Irlanda, Giappone, Olanda, Polonia, Spagna, Gran Bretagna e
naturalmente in Italia. Per ora, la localizzazione è ai primi passi:
semplicemente sono state tradotte l'homepage e le funzioni di ricerca. Ma,
assicurano in Youtube, questo è solo il primo timido passettino: «Col tempo,
ciascun sito potrà beneficiare di un'esperienza locale completa che permetterà
agli utenti la realizzazione di video ranking, commenti, così come sezioni
Video, Canali, Categorie e Community specifiche per ciascun Paese», si legge in
un comunicato.
E intanto corteggia le televisioni e le strutture che fanno video professionale: già a marzo sul video portale recentemente comprato da Google è attivo il Milan Channel, focalizzato sulla squadra di calcio dei campioni d’Europa «con una speciale versione dove vengono diffusi filmati di aggiornamento quotidiano, clip speciali, video esclusivi e contenuti Milan Classic, sia in italiano che in inglese», dice Riccardo Silva, presidente di Milan Channel. Poi si ricorda il popolare canale di Beppe Grillo, estensione multimediale del blog dell’esplosivo comico genovese. E adesso è l’ora delle televisioni italiane, Rai e La7 in testa.
La televisione di Stato, per bocca del Ceo di RaiNet Alberto Contri, sul Tubo ci va specialmente per corteggiare la fascia dei giovani, sempre più virtuali e sempre più refrattari al piccolo schermo. Così ogni settimana i contenuti saranno aggiornati, per seguire gusti e ritmi di visione degli utenti sempre più attenti ed esigenti, fanno sapere da Viale Mazzini.
Se la Rai è già in onda sul monitor del pc, La7 ci arriverà presto. «L'accordo si basa su un mutuo scambio che garantisce a La7 un incremento di visibilità e un allargamento del target. D'altra parte questo accordo permette a YouTube di avere contenuti originali e di alta qualità», si legge in un comunicato a firma di Lillo Tombolini, coordinatore processi editoriali de La7. Per certo si sa che la grafica del canale di La7 riprenderà del canale televisivo e proporrà una scelta di spezzoni di trasmissioni di successo: dalle interviste di Daria Bignardi per le Invasioni Barbariche con Luciana Littizzetto, Linus e Nicola Savino, alle imitazioni della Germani a Markette fino ai video degli ospiti di L'Infedele e Otto e Mezzo.
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