Lucia Serlenga
«Belle come bio comanda». Ecco la sfida lanciata da Cosmoprof di Bologna a un mondo che, dopo l'apocalittico terremoto giapponese, s'interroga di nuovo sui rischi del nucleare. Tra i 2300 espositori del mastodontico salone della bellezza c'erano nomi storici del cosmetico naturale come Weleda, marchio tedesco che da 90 anni utilizza solo sostanze biologiche coltivate senza fertilizzanti chimici e che a 50 chilometri da Stoccarda possiede il più grande giardino biodinamico d'Europa. Non sono però mancate le nuove realtà come Herbsardinia, un piccolo e prezioso brand creato per portare la magia della Sardegna in giro per il mondo usando gli oli essenziali di mirto, ginepro, elicriso, lentischio e una speciale varietà autoctona di salvia identificata da un anziano padre francescano con infinite competenze di erboristeria. «È tutto ecosostenibile, perfino l'etichetta di carta è trattata alla margarina così se ti cade il flacone in acqua resta inalterata e non inquina» racconta il titolare Luigi De Fraia spiegando poi che tra le molte referenze di Herbsardinia soltanto i sali da bagno non sono certificabili come bio perché estratti ma non coltivati secondo natura. «Sulla certificazione non si scherza» dice Riccardo Anouchinsky responsabile delle relazioni internazionali di ICEA (Istituto di certificazione Etica e Ambientale) che nei giorni del salone ha presentato Cosmos (Cosmetics Organic Standard) il nuovo disciplinare europeo per definire naturale un cosmetico. Non testati su animali, coltivati senza radiazioni ionizzanti, con almeno il 95 per cento di ingredienti naturali e neanche una lontana parentela con gli OGM, sono ormai 2500 gli eco-bio cosmetici prodotti da 174 aziende in Italia. Tra queste c'è il Gruppo Davines che a Parma ha dipendenti con 22 diverse nazionalità e che fattura circa 50 milioni di euro all'anno distribuendo in 64 paesi al mondo il marchio per capelli Davines e «CONFORT ZONE» specifico per spa e centri benessere. Per quest'ultimo è stata messa a punto la linea Sacred Nature con estratti dal cosiddetto arbusto delle farfalle mentre l'università di Bologna ha recentemente testato Skin Defender, un prodotto pieno di sostanze estratte dalla pelle del pomodoro. Invece lo stand Davines che ha vinto il premio Cosmoprof del 2011 è stato progettato dall'architetto giapponese Shigheru Ban, massimo esperto mondiale in costruzioni ecosostenibili. «Da noi anche lo spray della lacca per i capelli è eco compatibile» dicono da Kemon, azienda umbra specializzata in prodotti per la bellezza della chioma tra cui Najo, la prima tintura utilizzabile anche da donne in dolce attesa e Villa Lodola, linea con certificazione bio anche per l'efficacissima lozione agli estratti di ortica. «Il nostro ingrediente principe è l'olio di Argan, una pianta marocchina dalle incredibili proprietà riparatrici, ma poi ci sono vitamine, proteine e mille altre sostanze benefiche per la chioma» dice Antonio Corral-Calero, artistic director di Moroccanoil, la linea per capelli prediletta dalle dive e non a caso sponsor della notte degli Oscar, dei Grammy's e degli MTV Awards.
Con una formula più segreta di quella della Coca Cola, il celebre olio Moroccanoil ha letteralmente salvato Lady Gaga dalla calvizie per le troppe tinture in breve tempo e reso ancor più luccicanti i riccioli neri di Natalie Portman e quelli biondi di Scarlett Johansson. Invece tra i segreti di bellezza di Sharon Stone c'è l'uso degli strepitosi prodotti del brand francese Biologique Recherche che vanta il primo cosmetico copiato e venduto tra i falsi d'alta gamma in Cina. Si chiama P50 è una lozione esfoliante per il viso ribattezzata «Lourdes» perché fa veri e propri miracoli sull'incarnato.
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