Sognavamo Cormac McCarthy, ci tocca Le Clèzio. Speravamo nellousider, ecco servitoci il favorito.
Peccato. Nei giorni scorsi, preparandoci al Nobel, il Giornale aveva scommesso su alcuni nomi - lautore de La strada, appunto, oppure il poeta-monello australiano Les Murray, o il gigantesco Philip Roth che proprio perché «scontato» diventa incandidabile - in grado di spezzare la linea del geo-politicamente corretto e del letterariamente prevedibile tracciata dallAccademia di Svezia ormai da diversi anni. Ormai per vincere, oltre a scrivere bene, è buona cosa: a) dir male degli Stati Uniti; b) essere perseguitati in patria; c) provenire dal «Sud» del mondo; d) dichiararsi vagamente di sinistra. Scorrendo a ritroso lalbo doro troviamo: una femminista comunista (la quale a proposito degli attentati dell11 settembre ha detto che «non appaiono così tremendi. Hanno perso la vita molte persone, sono crollati due edifici prestigiosi, ma non è stato così tremendo, così straordinario come gli americani credono; sono gente molto ingenua, o fingono di esserlo»), un turco censurato, un drammaturgo inglese pacifista (il quale è arrivato a dire che «cè un solo paragone per gli Stati Uniti: la Germania nazista»), unaustriaca pornografa della quale ci siamo tutti già abbondantemente scordati, un post-colonialista sudafricano, un ungherese deportato ad Auschwitz, un indiano nato a Trinidad, un cinese censurato in patria e osannato in Francia, un intellettuale tedesco icona della sinistra europea che poi si è scoperto essere in odore di nazismo, un romanziere portoghese con un debole per Fidel Castro, Dario Fo, una poetessa polacca, e - indietreggiando ancora - una nera dAmerica, un nero delle Antille, una sudafricana...
Ancora peccato. Cercavamo un eretico, magari un vecchio conservatore, uno radicato nella Tradizione, uno scorretto, e imprevedibile. È arrivato Le Clèzio, uno scrittore talmente del Sud del mondo da essere cosmopolita, un «cittadino del mondo». Tutto da copione. La stampa svedese lo dava vincente da settimane - laltro superfavorito era il nostro Claudio Magris, è andata male sia per lui sia per gli inviati corsi a Trieste pronti a raccogliere la voce del Maestro - lasciando tutti senza sorprese.
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