Perché Sanremo è Sanremo. Ma cosa sarebbe Sanremo senza le liti, gli scandali e soprattutto la propaganda di sinistra? Semplice: non sarebbe Sanremo, appunto. Altro che Festival della musica italiana! Quella, la musica, purtroppo passa sempre in secondo piano. E così anche quest'anno, nella sua settantatreesima edizione (!), la quarta (!) a conduzione Amadeus, ci siamo sorbiti la solita (prevedibilissima) dose di lagna rossa condita da inevitabili e ormai scontate polemiche. Ma noi del podio, che siamo nazionalpopolari, potevamo prescindere da tutto questo? Assolutamente no. E, quindi, anche noi - per questa settimana - abbiamo spostato la nostra rubrica sul palco dell'Ariston.
Podio in salsa sanremese, dunque. Ed ecco il nostro pagellone. Al terzo posto non può che andare a Blanco che, dopo aver vinto la passata edizione insieme a Mahmood con Brividi, diventa quest'anno il simbolo del circo mediatico del teatro Ariston iniziato con il tira e molla su Volodymyr Zelensky e terminato con i bicchieri in faccia nel dietro le quinte. La sua esibizione, più che per la sua canzone, L'isola delle rose, rimarrà agli annali per la goffa sceneggiata sul palco: i calcioni contro i fiori già recisi, con tanto di scivolone e caduta, e i fortissimi dubbi sulla veridicità della sua incazzatura. Blanco spaccatutto ha dato davvero di matto o, come suggeriscono in molti, è stata tutta una montatura? Non lo sapremo mai. Dopo la gustosissima rissa in diretta tivù tra Bugo e Morgan, non ci stupisce più nulla. Resta, ad ogni modo, un cattivo esempio per chi era incollato allo schermo a guardare e in particolar modo per i giovani.
Al secondo posto del podio dei peggiori di questa settimana non poteva che andare la pallavolista Paola Egonu. Per una settimana non ha fatto altro che dare agli italiani dei razzisti e dire quanto facesse schifo vivere in Italia per le persone con la pelle nera. È partita alla carica ancor prima che iniziasse il Festival con una intervista a Vanity Fair: "Se mai dovessi avere un figlio di pelle nera, vivrà tutto lo schifo che ho vissuto io. Se dovesse essere di pelle mista, peggio ancora: lo faranno sentire troppo nero per i bianchi e troppo bianco per i neri. Vale la pena, dunque, far nascere un bambino e condannarlo all’infelicità?". Poi giovedì, durante la conferenza stampa che ha preceduto la "sua" serata, ha rincarato la dose: "L'Italia è un Paese razzista ma non tutti sono razzisti o tutti cattivi, ma se mi chiedete se c'è razzismo la risposta è sì. L'Italia sta migliorando da questo punto di vista e non voglio fare la vittima, ma dico come stanno le cose". Un cliché: rientra nel copione di Amadeus. Quasi l'abbiano invitata per questo. Come a dire quanto sono brutti e cattivi gli italiani e quanto è brutta e cattiva è l'Italia con questa destra al governo. Fortunatamente, durante la diretta, (probabilmente assordata dalle critiche) ha leggermente corretto il tiro e messo una pezza alle polemiche: "Amo l'Italia, vesto con orgoglio quella maglia azzurra che per me è la più bella del mondo e ho un profondo senso di responsabilità nei confronti di questo Paese in cui ripongo tutte le mie speranze di domani". Meglio tardi che mai!
Ma veniamo al gradino più alto della nostra classifica. Al primo posto questa settimana non poteva che esserci Fedez. Sentendosi ancora al concertone del Primo Maggio, reppa contro il viceministro ai Trasporti Galeazzo Bignami ("Se va a Sanremo Rosa Chemical scoppia la lite, forse è meglio il viceministro vestito da Hitler") e il ministro per la Famiglia Eugenia Roccella ("Purtroppo l'aborto è un diritto sì, ma non l'ho detto io, l'ha detto un ministro"), poi regola i propri conti col Codacons, con cui litiga e va in causa da anni, e infine strappa la fotografia del deputato di Fratelli d'Italia manco fosse la Sinead O'Connor del nuovo millennio. Ridicolo! E ridicolo pure il circo mediatico dell'Ariston, con Amadeus che in diretta non fa un plissé e la Rai che si dissocia (il giorno dopo). Ma, dopo tutto, potevano forse lasciarsi scappare un'occasione tanto ghiotta: un'infornata di propaganda rossa (anzi rossissima) in prima serata, sull'ammiraglia della tv di Stato, giusto giusto a ridosso delle regionali? Al netto di qualche canzone, sembrava quasi di stare alla Festa dell'Unità... solo che, come sempre, è tutto a spese di noi contribuenti!
Al netto delle solite, stonate polemiche qualcosa di bello, fortunatamente, ci è rimasto. I Supereroi di Mr.
Rain, il significato del Tango di Tananai, la spensieratezza di Sangiovanni che duetta con Morandi, la grinta inarrestabile e inarrivabile dei Maneskin (campioni assoluti). La musica, insomma. Quello che dovrebbe essere il festival. Niente di più.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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