"Vada in Ucraina col casco e il fucile". Scoppia il caso sulle parole di Salvini a Macron

Convocata l'ambasciatrice italiana a Parigi: "Parole contrarie al clima di fiducia tra i due Paesi". La sinistra va subito all'attacco

"Vada in Ucraina col casco e il fucile". Scoppia il caso sulle parole di Salvini a Macron
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La Francia ha convocato giovedì l'ambasciatrice a Parigi, Emanuela D'Alessandro, dopo i commenti del vice premier Matteo Salvini sul presidente Emmanuel Macron per il suo sostegno all'invio di truppe in Ucraina. La Francia prima ha protestato con il consigliere diplomatico della premier Giorgia Meloni, Fabrizio Saggio, e con la Farnesina, poi ha alzato il livello convocando l'ambasciatrice a Parigi.

Cosa aveva detto Salvini? Sostanzialmente una battuta, “taches al tram" (attaccati al tram in milanese), a margine di un evento sull'ipotesi di invio di truppe, aggiungendo poi: "Vacci tu se vuoi. Ti metti il caschetto, il giubbetto, il fucile e vai in Ucraina”. La frase evidentemente non andata giù alla Francia, che ha chiesto immediate spiegazioni.

All'ambasciatrice italiana la Francia ha ricordato che "queste parole erano contrarie al clima di fiducia e alla relazione storica tra i nostri due Paesi ma anche ai recenti sviluppi bilaterali, che hanno evidenziato forti convergenze tra i due Paesi, in particolare per quanto riguarda il sostegno indefettibile all'Ucraina".

La sinistra subito va all'attacco. Angelo Bonelli, parlamentare di Avs in una nota scrive che "Salvini è il vicepremier e se lo dimentica sempre e conseguentemente usa un linguaggio volgare non adeguato al ruolo che riveste. Meloni dovrebbe insegnare o quanto meno ricordare a Salvini come ci si comporta e pertanto dovrebbe censurare le parole del suo vicepremier che hanno provocato un incidente diplomatico tra Italia e Francia. Che i militari italiani non debbano andare in Ucraina è fuori discussione ma con il linguaggio da osteria, Salvini dimostra di non essere adeguato al ruolo che ricopre".

Il senatore Enrico Borghi, vicepresidente di Italia viva, sottolinea: "Lo abbiamo detto sin da subito, che le dichiarazioni imbarazzanti di Salvini contro Macron mettevano dentro un alone di ambiguità il governo e l’azione della Presidente del Consiglio, che a Washington e nel Consiglio Europeo siede al fianco del Presidente francese predicando l’unità europea e a Roma lascia il suo vice attaccare con toni sguaiati uno dei nostri principali alleati. Avevamo consigliato a Giorgia Meloni di chiarire da subito la posizione, per non esporre il nostro Paese a una brutta figura internazionale. Non lo ha fatto, e ora il nostro ambasciatore a Parigi è stato convocato dal governo francese aprendo una pagina imbarazzante per l’Italia".

"La chiamano 'moderata ed europeista'. In realtà Giorgia Meloni tace, mentre il suo vice insulta un presidente amico e alleato. Moderata? Il silenzio di Meloni fa più rumore di mille urla". Lo scrive su X Sandro Gozi, eurodeputato di Renew Europe e segretario generale del Partito democratico europeo.

"La convocazione dell'ambasciatrice italiana in Francia era prevedibile - scrive su X il deputato di +Europa, Benedetto Della Vedova - dopo l'assordante silenzio con cui Meloni pensava di far passare in cavalleria le volgari e politicamente sgangherate uscite del vice di Palazzo Chigi, Matteo Salvini, contro Macron e la Francia. Inutile qui immaginare cosa non avrebbero potuto dire dalle parti di FdI e Lega a parti invertite, cioè a fronte di un attacco francese di tal fatta e di pari livello istituzionale nei confronti della, per loro intoccabile, Giorgia Meloni". E aggiunge: "Il punto è questo: ora Meloni e la Farnesina dell'altro vicepresidente del Consiglio, Antonio Tajani, dando le istruzioni all'ambasciatrice Emanuela D'Alessandro, persona di qualità ed esperienza, dovranno dire ciò che fino ad oggi è stato taciuto in modo abbastanza grottesco.

Meloni dovrà chiarire al Quai d'Orsay e all'Eliseo se gli attacchi sbilenchi e inusitati di Salvini a Macron rappresentano la posizione di Palazzo Chigi oppure no. Non ci sono vie di mezzo possibili, o Meloni sconfessa Salvini o fa suo l'attacco diretto a Macron"

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