Festival di Sanremo

Sanremo, beffa per l’ad Sergio: sperava nel festival, riconferma a rischio

I vertici Rai sono in scadenza e il banco di prova del Festival è fondamentale per decidere se far rimanere qualcuno al posto suo o se optare per nuove nomine

Sanremo, beffa per l’ad Sergio: sperava nel festival, riconferma a rischio

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E il secondo giorno di Festival, sulle sneakers della discordia, perfino il mansueto Amadeus si è increspato di rabbia: è stato montato «un caso per una stronzata» ha detto in conferenza stampa. Sembra incredibile vedergli perdere le staffe quanto estirpargli un turpiloquio dalle labbra, ma non è poi così sorprendente se si pensa a cosa c'è in ballo. E cosa c'è in ballo, il conduttore lo sa perfettamente. Avrebbe dovuto essere il Festival «educato» della destra al governo, senza volgarità e sfondoni (tipo i «limonamenti» di Rosa Chemical, per intendersi) ed era esattamente così che stava andando la kermesse (se non fosse stato per quelle «maledette» scarpette indossate da John Travolta stra-inquadrate senza pecetta sul marchio).

I vertici Rai (in quota al precedente governo) sono in scadenza e il banco di prova del Festival è fondamentale per decidere se far rimanere qualcuno al posto suo o se optare per nuove nomine. Non a caso, forse, Amadeus si è così amareggiato: «Siccome stava andando tutto bene, si è dovuto trovare qualcosa ad ogni costo...». E la pubblicità occulta (dopo il caso Chiara Ferragni-Instagram dell'anno scorso) è stato il casus belli perfetto. È di qualche giorno fa, inoltre, l'indiscrezione ripresa da Dagospia che l'ad di viale Mazzini, Roberto Sergio, avrebbe cambiato idea circa il «segreto accordo» sulla pacifica staffetta di scambiarsi i ruoli col suo direttore generale, Giampaolo Rossi, a giugno, dopo le Europee.

E insomma questa sfida interna non è stata particolarmente apprezzata, le «cordate» a sostegno dell'uno e dell'altro hanno iniziato ad agitarsi e non avere l'appiglio di una polemica sanremese sarebbe stato meglio per tutti. Invece, tornando alla grana delle sneakers: i responsabili della tv pubblica che negano «qualunque accordo di carattere commerciale» con l'attore. E la politica che plana sul caso. Complice anche il siparietto «pietoso» del Qua Qua Qua, fatto interpretare a Travolta (che pare sia venuto al Festival per un rimborso spese di 200mila euro), in ambienti parlamentari del centrodestra si starebbe ragionando sulla possibilità di sollevare il caso in Aula o in Commissione per chiedere conto alla tv di Stato di quanto andato in onda nella seconda serata del Festival della canzone italiana. Sempre nella maggioranza si parla di una «performance dai tratti opachi dopo il caso Ferragni» e questa volta il riferimento è alle inquadrature sulle scarpe indossate dall'attore e c'è chi parla apertamente di «pubblicità occulta».

Arriva anche la nota del Codacons che ha presentato un esposto ad Agcom e Antitrust affinché aprano una formale indagine: «John Travolta risulterebbe legato da rapporti commerciali all'azienda di calzature U-Power, e proprio ieri (mercoledì, ndr), nel corso del suo intervento al Festival, avrebbe indossato un modello di scarpe del marchio di cui è testimonial, scarpe più volte riprese in primo piano dalle telecamere Rai». E non si fa attendere l'affondo dell'opposizione: «Volano gli stracci nella maggioranza?» si chiede in un tweet il capogruppo democratico nella commissione di vigilanza Rai, Stefano Graziano, dopo le indiscrezioni emerse sulla volontà dei gruppi parlamentari di maggioranza di chiedere conto alla Rai di quanto andato in onda nella seconda serata del Festival di Sanremo. «Forse non si sono accorti» prosegue Graziano «che al governo del Paese e della Rai ci sono loro.

Dopo John Travolta dobbiamo aspettarci che la maggioranza se la prenda coi Bee Gees?» ironizza Graziano facendo riferimento al gruppo che ha firmato lo storico pezzo Night Fever sulle cui note ballava l'attore americano nel film La febbre del sabato sera.

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