
In sostanza non cambia nulla, il Festival di Sanremo continuerà a organizzarlo la Rai. Cambiano, però, le modalità con cui deve realizzarlo e soprattutto cambiano, aumentano, i milioni che la tv pubblica dovrà versare al Comune di Sanremo per garantirsi i diritti.
Oggi il Consiglio di Stato ha confermato la decisione già presa dal Tar della Liguria secondo cui l’assegnazione dei marchi del Festival deve essere messa a gara pubblica. E ha respinto gli appelli presentati da Rai, Rai Pubblicità e dallo stesso Comune di Sanremo contro la sentenza del Tar Liguria, giudicando illegittimo l’affidamento diretto alla Tv di Stato come è stato per decenni.
I ricorsi tendevano a eliminare l’obbligo di gara per il prossimo triennio, ma nel dispositivo di sentenza pubblicato oggi, il Consiglio di Stato ha dichiarato inammissibile tutti gli appelli, anche l’intervento delle associazioni dei consumatori.
A questo punto la gara per aggiudicarsi il Festival del prossimo triennio può andare avanti. Ma non cambia nulla, come dicevamo, perché la Rai è stata l’unica emittente a presentare un’offerta al bando già emesso dal Comune di Sanremo prima dell’arrivo della sentenza. Nessun’altra tv (Mediaset o Discovery) si è fatta avanti perché preparare un tale evento comporta rischi, costi e preparativi giganteschi e, comunque, sarebbe stato impossibile gareggiare con la tv di Stato che avrebbe, in ogni caso, organizzato un altro Festival in un’altra città.
Ora la questione si sposta sui termini del bando secondo cui il Comune di Sanremo vuole 6,5 milioni per ogni anno rispetto ai 4 finora elargiti per garantirsi il marchio, oltre a una serie di richieste come la trasmissione di alcuni eventi della cittadina ligure e l’1 per cento degli introiti pubblicitari. La Rai considera le condizioni poste del Comune esagerate e miri a un loro ridimensionamento. Si aprono le trattative.
Ma anche le battaglie legali non si fermano. Il ricorrente, il manager Sergio Cerruti che con la sua Just Entertainment (JE) ha scatenato il "terremoto" su Sanremo e a cui Tar e Consiglio di Stato hanno dato ragione, ha avviato anche una nuova causa davanti al Tar, sostenendo che i requisiti del bando sanremese sarebbero stati tali da consentire la partecipazione solo alla Rai.
In sostanza sarebbe stato costruito su misura. Cerruti sostiene che lui, insieme a un gruppo di altre emittenti, sarebbe stato in grado di realizzare il Festival se fosse stato fatto un bando “corretto”. E non si arrende: questo verdetto è atteso in autunno.