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Uccide 4 persone nel bus colono linciato in Israele

In Galilea un giovane vestito da militare spara a passeggeri arabi. Sharon: è terrorismo ebraico

Marcello Foa

Ancora una volta un autobus; e sangue, orrore, morte. Ma questa volta è diverso. Perché a sparare non è un integralista musulmano per la gloria di Allah, ma un fanatico ebreo contrario al ritiro dalle colonie a Gaza. Perché l’attentatore non è morto da kamikaze, ma linciato dalla folla. Il premier israeliano Ariel Sharon non ha dubbi: è terrorismo, terrorismo ebraico. Sharon lo temeva da tempo e ora Israele è sotto choc.
Eden Tziberi aveva 19 anni ed era un membro del Kach, il partito di estrema destra che predica l’espulsione degli arabi dallo Stato ebraico. Viveva nella colonia di Tapuah in Cisgiordania e un mese fa aveva disertato per non essere obbligato a contribuire all’evacuazione delle colonie ebraiche a Gaza, che inizierà la settimana prossima. Un estremista, noto alle autorità; ma in un mese nessuno ha pensato di ritirargli la divisa da guardia di frontiera, né l’arma di ordinanza.
Quando ieri pomeriggio è salito sull’autobus 165 che da Haifa porta a Shfaram, un villaggio della Galilea, pochi hanno fatto caso a lui. Da sempre nello Stato ebraico, gli uomini in divisa, soprattutto i giovani di leva, suscitano simpatia e rispetto. Non è chiaro se Tziberi avesse pianificato la strage o se si sia trattato di un gesto improvvisato. I testimoni hanno raccontato che quando il bus era quasi alle porte della cittadina, l’autista ha chiesto a quel giovane se non avesse sbagliato fermata: di solito i militari scendono prima di Shfaram, che è abitata prevalentemente da drusi, arabi cristiani e arabi musulmani. Eden è rimasto in piedi a fianco del conducente per un paio di minuti, poi quando il bus è entrato nel villaggio, ha estratto la pistola e ha aperto il fuoco, uccidendo l’autista, due ragazze, pare due adolescenti druse, e un passeggero. Poi ha puntato l’arma fuori dal finestrino contro i passanti, ferendone una dozzina. Cinque minuti di terrore.
Poi alcuni giovani e un soldato sono riusciti a salire a bordo dell’autobus, ormai fermo, e a disarmare il terrorista. In quel momento Eden era ancora vivo, protetto dagli agenti subito intervenuti sul luogo della strage. La folla si è raccolta attorno l’autobus. Una folla sempre più grande, sempre più minacciosa che, alla vista dei corpi martoriati delle due ragazze, ha perso ogni inibizione. La gente ha cominciato a gettare sassi e bottiglie contro i poliziotti. Qualcuno ha urlato: «Bruciamoli vivi». E non c’è stato più nulla da fare: Tziberi è stato linciato.
Non è la prima volta che l’estremismo ebraico provoca stragi: la più sanguinosa è quella del 1994 a Hebron, quando Baruch Goldstein uccise 29 palestinesi. Sharon in serata ha condannato la strage definendola «un atto deplorevole commesso da un terrorista sanguinario». Ma ha ribadito la sua determinazione: Israele non cambia rotta.

A metà agosto inizierà il ritiro da Gaza.

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