Uccide la moglie Il figlio: «Ho visto mio padre sparare»

Enrico Lagattolla

L’ha vista camminare, da sola. L’ha avvicinata, rivolgendole qualche parola. Ha cercato di prenderla per un braccio, di afferrarla. Ha insistito nella molestia, finché la ragazza è riuscita a divincolarsi. Ha gridato fino a far scappare il suo aggressore, poi ha chiamato la polizia. Una volante è accorsa sul posto, arrestando l’uomo. Un senegalese, ora agli arresti. L’accusa è ancora quella: violenza sessuale.
L’ennesimo episodio in una città col nervo scoperto. Ieri mattina in viale Bligny, angolo via Bocconi. Una studentessa universitaria, poco più che ventenne, sta raggiungendo a piedi l’ateneo. All’improvviso, le si avvicina un uomo. Trentacinque anni, dal Senegal. Le dice qualcosa, ma in un attimo le è già addosso. La «palpeggia». La giovane, spaventata, riesce ad allontanarsi. Urla contro il suo aggressore, che si dà alla fuga. La studentessa attira l’attenzione di un passante che col telefonino chiama i carabinieri. In pochi istanti, una gazzella è sul posto. Il senegalese viene fermato a poche centinaia di metri dal luogo dell’aggressione.
Ancora una donna vittima di una molestia, dunque. Ieri, intanto, il 28enne marocchino accusato di violenza sessuale nei confronti di una commessa italiana di 23 anni è comparso davanti al gip Guido Salvini per l’interrogatorio di garanzia. E ha pianto, negando ogni addebito e dicendo di avere un alibi. La sera della violenza - ha dichiarato nel corso dell’interrogatorio durato circa un’ora - dopo aver lavorato in pizzeria a Baggio fino alle 22.30, è andato in auto con i cugini a Rozzano, dove ha passato la notte ospitato da loro. All’una di notte, dunque, quando la commessa è stata aggredita, lui sarebbe stato a casa con i cugini. E di fronte alle contestazioni avanzate dagli inquirenti, A. Z. non ha trattenuto le lacrime, ha riferito il suo difensore, l’avvocato Antonella Pirro. Ha solo detto di conoscere la ragazza che ogni tanto è stata invitata alle feste di compleanno dei suoi cugini.

Perché la famiglia della 23enne era in ottimi rapporti con quella dei suoi zii, che abitavano sullo stesso pianerottolo. A margine dell’interrogatorio, il legale ha preannunciato la richiesta di acquisire tra l’altro i dati allo spostamento del cellulare del 28enne, che potrebbero confermare l’alibi dell’indagato.

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