"Uccidermi? Una cattiveria inutile"

Alessio Puccio, voce italiana del maghetto: "Vivo con lui da sette anni. Ora è giusto che sia tutto finito"

"Uccidermi? Una cattiveria inutile"

La voce di Harry Potter arriva dal buio, inconfondibile, ma c’è qualcosa di strano nell’aria, come un’incantesimo. Perché la voce che ti risponde, non c’è dubbio, è la sua, semmai è il viso che è diverso, completamente diverso. Alessio Puccio, ha 21 anni e la faccia da bravo ragazzo. Romano, è da sempre la voce cinematografica di Daniel Radcliffe. Prima di Harry ha fatto parlare Peter Pan, Forrest Gump da piccolo e l’Halet del Signore degli Anelli. È il suo momento. Il film Harry Potter e l’ordine della Fenice è in testa a tutte le classifiche, l’ultimo libro della saga è il fenomeno del momento. E lui si sente come dentro una magia.
...Harry? Grazie a dio sei ancora vivo...
«Beh, uccidermi sarebbe stata un’inutile cattiveria. Comunque sia finisce qui. Ed è giusto così».
Allora è vero che metti su famiglia?
«Ma non ci penso nemmeno. Sono troppo giovane».
Da quanti anni vivi con Harry Potter?
«Sette anni. Ne avevo 15 quando l’ho incontrato sul set di Harry Potter e la Pietra filosofale».
Com’è stato crescere con lui?
«Una specie di gioco. E quando mi risento nei primi film con quella vocina piccola ancora mi emoziono».
Ma cos’ha Harry Potter per piacere così tanto?
«Sa far tornare bambini i grandi e sa far sentire grandi i bambini».
In cosa ti somiglia?
«In niente. Troppo timido per i miei gusti».
Il più difficile dei cinque film?
«Il primo. Eravamo due estranei che dovevano entrare uno nell’altro. Adesso invece è molto più mio».
Qual è la frase più bella che hai detto?
«Mi ricordo solo le formule magiche. Le sto provando, speriamo funzionino...».
Ma Harry Potter lo hai mai letto?
«Nemmeno una riga. E quando mi hanno consegnato a lui nemmeno sapevo chi fosse».
Il personaggio che ti piace di più?
«Sirius Black, il padrino di Harry. E Voldemort. Anche se è il Male non è male...».
Ha mai usato la tua voce per fare scherzi?
«Solo qualche segreteria telefonica per gli amici... qui la casa di Grifondoro, lasciate un messaggio dopo l’Avada Kedavra...».
La cosa più divertente che ti è successa durante il doppiaggio...
«Nel quarto film il supervisore della Warner Bros ha preteso che girassi la scena della prova dei Tre maghi, che si svolge sott’acqua, con la testa dentro una tinozza. A momenti però mi affogava...».
Hai cicatrici?
«Sì, una sul ginocchio e una sul mento. Niente saette però. Solo cadute da bambino...».
Che scuola hai fatto?
«Liceo classico, lontano dalla scuola di Hogwarts. Mi ero iscritto ad archeologia ma il lavoro mi ha rubato tutto il tempo. Volevo diventare Indiana Jones».
Prendi qualche strano treno?
«Il metrò di Roma qualche volta. E mai dal binario 9 e tre quarti».
Nello specchio di Iresed cosa ti piacerebbe vedere?
«La mia faccia in un film e non solo la mia voce».
In cosa sei un mago?
«A giocare a pallone. Non mi fossi fatto male...».
Che sarebbe successo?
«Giocherei con la mia squadra del cuore, la Roma. Harry Potter del resto potrebbe giocare solo nella Magica...».
Che potere magico vorresti avere?
«Datemi una bacchetta, poi si vedrà...».
...e cosa vorresti cambiare per magia
«Non c’è che l’imbarazzo della scelta. Nel mondo c’è tanto male, Voldemort ormai è dappertutto».
Chi sono Hermione e Ron in sala di doppiaggio?
«Hermione è Letizia Ciampa, Ron è Giulio Renzi Ricci. Nel primo film ci siamo divertiti un casino, ci siamo fatti un sacco di scherzi, abbiamo fatto disperare tutti. Gli ultimi invece li abbiamo recitati separati. Peccato».
Che voce ti piacerebbe essere da grande?
«Quella di Francesco Pannofino che nell’Ordine della Fenice è Rubeus Hagrid. È la voce di George Clooney, di Denzel Washington, è stato la voce di Forrest Gump. Mi piace quel timbro un po’ da malavitoso...».
E come attore?
«Jim Carrey. Per ora ho fatto solo suo figlio in un film».


Harry ha regalato fama e denaro a tutti i suoi protagonisti. E a te?
«Tanto divertimento, un po’ di fama e non molti soldi».
Senza Harry Potter che ne sarà di noi...
«La vita va avanti. E poi ci sono sempre i suoi tre figli...».

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