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Uccisi 6 cristiani in Egitto: scattato il coprifuoco

Un uomo ha aperto il fuoco contro un gruppo di fedeli che partecipavano alle celebrazioni del Natale copto, in una località a 600 km dal Cairo. (Il video). Morti sei cristiani e un poliziotto musulmano. Frattini: "Orrore e riprovazione"

Uccisi 6 cristiani in Egitto: scattato il coprifuoco

Il Cairo - E' stato un tragico Natale per i cristiani copti egiziani, che celebrano oggi la natività di Cristo. Un’aggressione a colpi di arma da fuoco contro i fedeli raccolti per la festa è avvenuta mercoledi sera in un villaggio dell’Alto Egitto, provocando la morte di sette persone, fra cui un agente di polizia, e il ferimento di un’altra decina. Il fatto ha scatenato la rabbia dei cristiani, che si sono raccolti di fronte alla stazione di polizia del villaggio (in circa 2000 secondo la Tv al Jazira), ingaggiando scontri con le forze dell’ordine. In totale i morti sono nove. 

La dinamica dei fatti Esistono diverse ricostruzioni sugli incidenti, ma secondo un comunicato ufficiale a sparare contro due gruppi di fedeli diversi, nel villaggio di Nagaa Hamadi, sarebbe stato un gruppo di tre persone a bordo di un’auto. Nel secondo dei due casi l’aggressione è avvenuta davanti al convento di Badaba, in una zona agricola vicino al villaggio. Secondo fonti di sicurezza, uno dei responsabili è già stato identificato in un uomo, dal nome musulmano, con altri precedenti penali.

Ragazza violentata L’attentato ha fatto seguito allo spargersi di voci secondo cui un giovano copto aveva rapito, se non violentato, una ragazza musulmana di un villaggio vicino, sempre nel governatorato di Qena. Secondo l’Afp, si tratterebbe di un episodio avvenuto a novembre ai danni di una dodicenne, che aveva già scatenato in un villaggio vicino la collera dei musulmani. La prima sparatoria è avvenuta intorno alle 11.30, precisa la nota ufficiale, contro alcuni copti raccolti per le celebrazioni, la secondo appunto davanti al convento.

Scatta il coprifuoco Le forze dell’ordine hanno stretto le maglie dei controlli per fermare gli aggressori e hanno imposto il coprifuoco nella zona. L’episodio di ieri è solo l’ultimo di una serie di scontri in cui sono sfociate in questi ultimi anni le crescenti tensioni tra i due gruppi religiosi, soprattutto nell’area povera dell’Alto Egitto, cioè nel Sud del Paese. L’arcivescovo della chiesa di Nagaa Hamadi ha detto che i copti accusano la polizia di non aver preso abbastanza sul serio le minacce giunte a più riprese da criminali ed integralisti.

La minoranza cristiana in Egitto Prevalentemente copta ortodossa, costituisce il 10% circa della popolazione, anche se eè difficile una quantificazione certa, e lamenta di subire molte discriminazioni sia da parte dei musulmani estremisti che nella vita civile e amministrativa. Più difficile inoltre per loro, come evidenziato di recente anche dal Consiglio nazionale per i diritti umani, anche la costruzione di luoghi di culto. Le tensioni sono particolarmente forti proprio al sud, dove sono spesso sfociate in scontri tra le due parti, uccisioni e danneggiamenti. Ed in più occasioni a far scattare le violenze sono state vicende legate al pudore di giovani donne musulmane.

Le ultime violenze Nell’autunno scorso, per esempio, ad Assiut, il video girato con il telefonino di una giovane musulmana in atteggiamenti troppo affettuosi con il fidanzato ha scatenato la rabbia di centinaia di musulmani, che avevano attaccato con lanci di pietre case e negozi dei cristiani, e dato fuoco alle loro vetture. In quegli scontri rimasero uccise tre persone. A novembre, sempre nel governatorato di Qena, un’altra folla di musulmani aveva lanciato sassi contro la stazione di polizia di Farshout, dove era stato portato per essere interrogato un cristiano accusato di aver molestato una ragazza musulmana, per poi saccheggiare e distruggere i negozi alcuni negozi di cristiani. Altri scontri anche nel Delta, nel luglio scorso, dopo una lite in cui un commerciante cristiano aveva ucciso un adolescente musulmano.

Frattini: orrore e riprovazione "Le violenze perpetrate contro la comunità cristiana copta in Egitto suscitano orrore e riprovazione". Lo ha affermato il titolare della Farnesina, Franco Frattini, commentando le drammatiche notizie da Nag Hamadi. "La comunità internazionale non può restare indifferente né deve mai abbassare la guardia - ha proseguito Frattini - di fronte all’intolleranza religiosa, che costituisce una gravissima violazione dei diritti umani fondamentali. L’Italia intende continuare a difendere in tutte le sedi il principio della libertà di culto, quale assoluto ed irrinunciabile valore di civiltà".

Frattini ha fatto sapere che parlerà personalmente della misure "di contrasto e prevenzione", nel quadro degli eccellenti rapporti di amicizia e di cooperazione che legano i due Paesi con il ministro degli Esteri egiziano Aboul Gheit, in occasione della visita al Cairo alla fine della settimana prossima.

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