Ucciso a coltellate in casa, è giallo

da Genova

Non c’è l’arma del delitto, la porta di casa non è stata forzata ma non è chiusa dall’interno, il portafoglio è nelle sue mani, vuoto. L’appartamento è in perfetto ordine. Ma Silvio Zanini, 87 anni è disteso sul letto, supino, ancora in pigiama alle 2 del pomeriggio. Massacrato a coltellate, forse per rapina. Ma molte cose non tornano. Di certo, nella morte di un anziano che viveva solo in un appartamento di Sampierdarena, una delegazione del ponente genovese, c’è solo che è stato ucciso. La terribile scoperta è stata fatta ieri pomeriggio dal figlio, che era andato a trovarlo preoccupato perché da mercoledì sera non lo sentiva al telefono e ieri mattina sia il fisso sia il cellulare suonavano a vuoto. Alle due e mezza del pomeriggio il figlio è arrivato in casa del padre e ha aperto con le chiavi. L’uomo ha trovato l’anziano genitore disteso sul letto in un lago di sangue e con un cuscino a coprirgli il volto. Aveva ancora in mano il portafogli, ma senza soldi dentro. Solo la finestra della camera da letto era aperta. L’uomo ha chiamato il 118 e i soccorritori hanno avvisato il 113.
L’appartamento si trova al terzo piano di una palazzina moderna, in una strada piena di negozi che tuttavia, dopo una certa ora alla sera è male illuminata. «Terra di nessuno, piena di immigrati», sibilano i vicini.
Secondo la prima ricostruzione l’uomo sarebbe stato colpito più volte alla testa, vicino alla bocca e anche sul petto. Ma il fendente fatale gli è stato inferto tra il collo e la testa, dietro un orecchio. L’arma non è stata ancora ritrovata: gli agenti hanno rovistato nei cassonetti sotto il palazzo ma, finora, senza esito. Dapprima si è parlato di rapina andata male, ma dopo i rilievi le cose sono parse meno chiare. «Se non fosse per il cadavere non ci sarebbe niente», avrebbe sussurrato dopo il primo sopralluogo Alessandra Bucci, che guida la squadra omicidi della polizia genovese. Ed è stato subito chiaro agli investigatori che il quadro non è semplice: fino a tarda sera è stato sentito il figlio, e anche la colf italiana che aiutava l’anziano ha fornito agli investigatori la propria testimonianza. Il figlio, anch’egli titolare di una polleria nel quartiere di Prà, nell’estremo ponente della città, aveva sentito il padre nella prima serata di mercoledì. Secondo il medico legale, la morte risalirebbe a poco dopo. «Stiamo lavorando a 360 gradi, non trascuriamo alcuna ipotesi. Non è un caso facile» ha affermato Alessandra Bucci al termine del sopralluogo svolto insieme al pm di Turno Gabriella Marino. Infatti pensare allo sbandato che entra in casa cercando denaro e poi massacra l’anziano a coltellate non sembra l’ipotesi più probabile. Non ci sarebbe infatti traccia di disordine nell’appartamento. E poi perché Zanini, uomo anziano ma lucidissimo, avrebbe dovuto aprire a un estraneo, di sera, mentre era già in pigiama? O se l’assassino è entrato dalla finestra, come ha fatto a fuggire senza rovesciare nulla? Il giallo c’è tutto.
Gli abitanti del quartiere e i vicini di casa descrivono Silvio Zanini come una bravissima persona, «una pasta d’uomo», ancora in gamba per la sua età. Usciva spesso, seguiva il calcio ed era sampdoriano. Alcuni anni fa aveva perso la moglie e al lutto era seguito un lungo periodo di solitudine.

L’anziano si era chiuso un po’ in se stesso, ma da circa due anni aveva ripreso a frequentare il circolo Ciclistica a due passi da casa, dove scambiava chiacchiere con gli amici e trascorreva qualche ora del pomeriggio. «Era in gamba - dicono i vicini - perfettamente autosufficiente: una persona squisita, un signore».

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