Ucciso dalla mamma perché giocava a sporcare la cucina

da Merano

Nove coltellate inferte in rapida successione, senza nemmeno il tempo di abbozzare un'istintiva difesa. È morto così il piccolo Julian, accoltellato dalla madre in un raptus di follia a soli quattro anni, davanti allo sguardo sgomento del fratellino più grande.
L'autopsia eseguita da Carlo Crestani dell'Università di Padova non lascia adito a dubbi: Julian è morto nel peggiore dei modi, ucciso con un impeto che potrebbe essere definito belluino se a colpire non fosse stata la sua stessa mamma, in un momento di follia. Quattro delle coltellate sono risultate mortali, una è arrivata diritta al cuore.
Sul fronte delle indagini, procede l'attività del pm Giancarlo Bramante, impegnato ora a definire le precise circostanze della drammatica vicenda. Il magistrato è chiamato a chiarire una specie di buco nero che sembra esservi tra il momento del raptus e quello della telefonata con la quale la donna annunciava al 118 di avere ucciso il figlio. Sembra infatti che la donna, Christine Rainer, 39 anni, prima di questa chiamata ne abbia fatte altre. Spetta al magistrato stabilire a chi fossero dirette, a chi la donna abbia confidato di avere compiuto il folle gesto. Certo non al marito, Fiorenzo Delladio, al quale la notizia della tragedia consumatasi a casa sua era giunta con una telefonata della polizia sul cellulare, mentre era intento al suo lavoro di tecnico dell'Azienda energetica meranese. Intanto è ormai accertato che l'accoltellamento è avvenuto durante la prima colazione. Julian e la madre si trovavano soli in cucina, mentre il fratello più grande era in un'altra stanza. Sarebbe stata una reazione vivace del bimbo che sporcava i mobili con le mani sporche di marmellata e nonostante i rimproveri non voleva smetterla, a far scattare il raptus. In quel momento la donna ha afferrato un coltello che si trovava in cucina e ha colpito il figlio. E proprio sul malessere psichico della donna si concentra un aspetto della inchiesta. Saranno perciò ancora ascoltati i medici che hanno avuto in cura Christine.
In merito al tentato suicidio, avvenuto nel Commissariato di Merano, l'inchiesta della procura dovrebbe essere conclusa nei prossimi giorni. Non ci sono sinora indagati e sembrano improbabili conseguenze penali per gli interessati. Il fascicolo sarà con tutta probabilità trasmesso al questore Michele Capomacchia che dovrà decidere in merito a eventuali provvedimenti disciplinari.
Per quanto riguarda infine le condizioni della donna, che non versa in pericolo di vita, queste sono definite stabili dai sanitari dell'ospedale di Bolzano, dove Christine è ricoverata nel reparto di terapia intensiva in stato di coma artificiale.


La donna è stata operata per una frattura della colonna vertebrale e potrebbe rimanere paralizzata. Nei prossimi giorni la aspettano altre operazioni chirurgiche e, quando sarà uscita dal coma, dovrà affrontare certo un lungo calvario.

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