Politica

Udc a congresso, ci sarà anche il Cavaliere

da Roma

Racconta chi era presente negli uffici del gruppo dell’Udc alla Camera la sera prima del voto sull’Afghanistan in Senato che i centralini telefonici sono rimasti intasati per qualche ora. Dalle telefonate di protesta di elettori centristi (o che comunque si spacciavano come tali), ma pure dalle chiamate di molti deputati, preoccupati dalle pressioni arrivate durante tutta la giornata dai loro collegi elettorali. Su tutti, il siciliano Giuseppe Drago convinto dalle sollecitazioni dei suoi che nessuno avrebbe capito la scelta dell’Udc.
Da allora è passata poco più d’una settimana e il clima non pare poi molto cambiato. Ne sa qualcosa Lorenzo Cesa che davanti all’ingresso di Montecitorio viene fermato da un giovane calabrese. «Onorevole, guardi che il vostro posto è nella Cdl. Lo dice uno che vota Udc», gli si fa incontro. Il segretario centrista sorride e lo rassicura: «Non si preoccupi, restiamo nella Cd..., nel centrodestra». Ai pochi cronisti che intercettano il siparietto l’obiezione viene spontanea: «Segretario, non sarà che la base ha ancora qualche difficoltà a capire la vostra posizione?». Cesa non dice né sì né no, ma ammette che sia lui che Pier Ferdinando Casini stanno girando l’Italia e incontrando i rappresentanti locali, evidentemente per fugare eventuali dubbi.
A detta del segretario, però, il partito è in piena salute. «L’ultimo sondaggio commissionato a Pagnoncelli - spiega il segretario centrista - ci dà al 6,5 per cento». Insomma, un «buon risultato» in vista del congresso che si celebrerà alla nuova Fiera di Roma la prossima settimana (13, 14 e 15 aprile). Assise alle quali sarà presente anche Silvio Berlusconi. «Ci mancherebbe - dice Cesa - lo chiamerò nei prossimi giorni per invitarlo personalmente...». E sul fatto che il Cavaliere non veda l’ora di partecipare al congresso dell’Udc sembrano esserci pochi dubbi. Con i centristi nel guado e la base centrista preoccupata che le tensioni tra Casini e gli alleati possano penalizzare la tenuta del partito a livello locale (con conseguente perdita di poltrone nei Comuni e nelle Province impegnate nelle amministrative), la presenza di Berlusconi alla nuova Fiera di Roma rischia di essere esplosiva.
È chiaro, infatti, che dopo lo strappo sull’Afghanistan gli equilibri nell’opposizione sono cambiati e difficilmente si potrà ripetere quanto accaduto al congresso del luglio 2005. Quando l’allora segretario Marco Follini dal palco tenne una relazione così dura che solo Gianni Letta riuscì a trattenere il Cavaliere dall’alzarsi e andarsene mentre ancora parlava. Cesa, infatti, con i tanti malumori della base e dei parlamentari - che nonostante le spiegazioni in giro per l’Italia restano ancora - dovrà necessariamente tenere una linea prudente. Mentre non è affatto escluso che il leader di Forza Italia incassi un’accoglienza più che calorosa che darebbe ai vertici dell’Udc il termometro di un’insofferenza che secondo molti dirigenti centristi è palpabile.
Il che, ovviamente, non significa che la linea di Casini sia in discussione. Oltre il novanta per cento dei delegati, infatti, appoggerà il leader centrista e dunque la ricandidatura alla segreteria di Cesa.

Solo un dieci per cento, invece, sosterrà la mozione dell’ex ministro Carlo Giovanardi in aperto contrasto con la linea seguita da Casini.

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