Gli Udc preferiscono il leghista E il vertice del partito li castiga

Chi si sbilancia a sinistra viene coccolato. Bacchettate per chi fa una scelta opposta. Non è Milano, ma è un caso. Un po’ perché sono 40mila elettori, un po’ perché il Comune è strategico. Parliamo di Rho, dove si rilevano scosse politiche non indifferenti nell’area del centro e centrodestra. Segnali anche di quel che potrà accadere il giorno dopo le elezioni nell’area del cosiddetto Terzo polo.
I candidati in corsa sono due: quello della sinistra, Pietro Romano, che è arrivato al 38 per cento col sostegno dei partiti della mini-Unione - Pd, Idv, Sel - e Fabrizio Cecchetti, consigliere regionale leghista, che insieme a una lista civica ha raccolto il 28 per cento.
É rimasta esclusa dal ballottaggio la candidata di Pdl e Udc, Carolina Pellegrini, che si è fermata al 24 per cento. Basta fare la somma: i consensi della «vecchia Casa della Libertà» (Pdl, Lega e Udc) superano ancora la maggioranza, ma quell’alleanza si è dissolta. Pdl e Udc sono andati al voto insieme confermando l’intesa degli ultimi anni, anche dopo il crollo dell’ultima amministrazione comunale, liquidata dai dissidi interni alla maggioranza, di cui anche la Lega faceva parte (e in cui l’Udc aveva l’assessorato all’Urbanistica). Alle elezioni, il Carroccio ha preso invece la sua strada. Ciò non ha impedito ai vertici cittadini del partito centrista di manifestare sostanzialmente la loro preferenza per il candidato della Lega. Lo hanno fatto con una dichiarazione pubblicata anche sul sito internet della sezione rhodense del partito. Non una aperta dichiarazione di voto, ma una chiara indicazione: dopo aver chiesto «l’apertura di una seria e leale trattativa, con lo scopo di ricompattare tutto il centrodestra e dare a Rho quella governabilità di cui la città necessita», il segretario cittadino Giuseppe Lombardo osserva che l’Udc, «ribadendo la propria collocazione all’interno del centrodestra - invita i propri iscritti, simpatizzanti e tutti i cittadini a recarsi alle urne e votare tenendo presente che non votando verrebbe consentito alla politica demagogica della Idv o peggio dei ricatti della sinistra di governare la città». Insomma: andate a votare e non per la sinistra. Il tutto è abbastanza chiaro, e il vicesegretario Roberto Bettinelli, lucidamente rileva: «Il 95 per cento del nostro elettorato è di centrodestra, noi non siamo di sinistra». «Ci sono le questioni nazionali, non possiamo schierarci. Diciamo che il Pdl deve ammettere la sconfitta, ma anche che non vogliamo essere amministrati dalla sinistra estrema».
L’Udc milanese non la prende bene. «La posizione dell’Udc di Rho mi vede in completo disaccordo», dice Enrico Marcora, consigliere regionale. «Dando il loro appoggio al candidato della Lega i rappresentanti locali compiono scelte personali ed eccessivamente spregiudicate non in linea con quelle che sono le indicazioni a livello nazionale del nostro partito», sostiene.

La segreteria provinciale sceglie una posizione «istituzionale»: la libertà non la può negare, anche perché la linea ufficiale romana prevede la neutralità a Milano e Napoli, ma non in tutti i Comuni. Il coordinatore provinciale, Alessandro Sancino, getta acqua sul fuoco: «A Rho non ci siamo apparentati, questa è la nostra linea». Una mezza sconfessione, ma anche per Marcora. Sarà dura tenere la barra al centro.

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