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Ue, patto di bilancio: l'accordo è a 25 paesi No di Londra e Praga

Via libera al fiscal compact per rafforzare le regole di bilancio sul deficit e il debito in tutti i Paesi Ue. Il Consiglio europeo di marzo varerà le "linee guida" sulle politiche economiche e per l’occupazione dei singoli Paesi membri

Ue, patto di bilancio: l'accordo è a 25 paesi No di Londra e Praga

Dall'atteso vertice europeo in un Belgio paralizzato dallo sciopero generale, il primo da più di 18 anni, cominciano a trapelare le prime indiscrezioni. Il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy ha annunciato con un tweet che il Consiglio informale Ue in corso a Bruxelles ha approvato la bozza su crescita e occupazione. "Occorre fare di più affinché l’Europa superi la crisi". Questo l’appello dei leader dei 27 nella bozza delle conclusioni del vertice Ue. Il Consiglio europeo di marzo varerà le "linee guida" sulle politiche economiche e per l’occupazione dei singoli Paesi membri.

Per quanto rigarda il fiscal compact, il trattato sul patto di bilancio, che secondo il presidente del Parlamento Ue, Martin Schultz, al momento "è sbilanciato, perché prevede solo tagli e non c’è abbastanza su crescita e occupazione", dopo l'opposizione dei Paesi dell'Est, Polonia in primis, è stata raggiunta l'intesa. Ma a 25 paesi. Perché, dopo il lungo braccio di ferro con la Polonia (che alla fine però ha aperto e firmato l'accordo), a dire no è stata la Repubblica Ceca che, come già la Gran Bretagna, ha deciso di non aderire all’unione fiscale europea. Ad annunciarlo è stato il primo ministro svedese, Fredrik Reinfeldt, che ha dichiarato: "Tutti i paesi hanno affermato la loro intenzione di aderire al patto fiscale ad eccezione della Gran Bretagna e della Repubblica Ceca".

Nel Consiglio europeo di marzo - si legge nella bozza - verranno enfatizzate in particolare le opportunità offerte da una crescita "sostenibile" e dall'"accelerazione" delle riforme strutturali per migliorare la competitività e creare nuovi posti di lavoro.

Bisognerà inoltre ridurre le barriere nei rapporti d'affari fra i 27 Paesi dell'Unione europea e formare meglio i giovani, particolarmente colpiti dalla disoccupazione. La bozza, ottenuta da Associated Press, non fa menzione di alcun nuovo programma di stimolo finanziario per aumentare la crescita, nonostante la Commissione europea abbia proposto in separata sede di destinare 82 miliardi di euro dei fondi esistenti alle nazioni in difficoltà, con l'obiettivo di stabilizzare i loro mercati del lavoro.

Nella bozza si legge che per giugno si fissano una serie di scadenze per interventi che potranno dare impulso al mercato unico e alla crescita delle pmi, tra cui il piano per lo sviluppo del commercio elettronico e la definizione di accordi in materia di standardizzazione, efficienza energetica,semplificazione di norme contabili.

E' emersa poi l'intenzione "vitale" di evitare che la stretta creditizia "limiti" la capacità delle imprese di crescere. Dopo aver ricordato l'aiuto Bce alle banche, per i leader, Eba e autorità di vigilanza nazionali devono assicurare che le ricapitalizzazioni non impattino negativamente sull'economia. "Dovranno anche assicurare la rigorosa applicazione delle banche delle norme Ue che limitano i bonus ai dirigenti".

Il summit europea arriva in un momento delicato dell'Europa che, come ricorda Jean-Claude Juncker, è "sull’orlo di una recessione tecnica". "Le previsioni macroeconomiche non sono buone", aggiunge il presidente dell'Eurogruppo, "Credo che si dovrebbe ora portare l’attenzione sulla creazione della crescita".

Fari puntati anche sul fondo salva-Stati Efsf e in particolare sulla Grecia. La Germania lo ripete da giorni: bisogna "commissariare" Atene, mentre la Commissione Ue ricorda che è la Grecia a dover gestire il proprio programma di risanamento. Ma Berlino non molla: "La pazienza è ormai arrivata al limite", sostiene in un'intervista al Bild il ministro dell’Economia, Philipp Roesler. Per i tedeschi Atene potrà avere altri aiuti solo "se il governo greco mette finalmente mano alle riforme necessarie".

Un'ipotesi osteggiata dagli altri Stati e in particolare dal presidente dell'Eurogruppo, Jean Claude Juncker, secondo cui la proposta è "inaccettabile", soprattutto se dovesse riguardare solo Atene: "Sono fermamente contrario a questa idea di una commissione che avrebbe per sola missione di sorvegliare la Grecia".

Eppure Berlino continua a dire no a un ritocca al rialzo del fondo salva-Stati, quindi. "La posizione della Germania è dura, ferma e giusta", dice Roesler, secondo cui "adesso i greci devono mostrare di fare sul serio e far seguire alle parole i fatti. Per la messa in atto delle riforme servono più decisione e controllo. Se i greci non ci riescono da soli, allora decisioni e controllo devono venire da fuori, ad esempio dall’Ue".

Prima del summit, il commissario agli affari economici Ue Olli Rehn ha incontrato privatamente il premier greco Lucas Papademos per discutere delle delicate trattative tra Grecia e creditori privati e del secondo piano salva-Atene. I 130 milioni di euro previsti, infatti, non basterebbero ad Atene che avrebbe bisogno di almeno 145 milioni.

Per quanto riguarda l'Italia, invece, Juncker è sembrato ottimista: secondo lui la politica italiana "ha ritrovato il cammino della ragione". "Penso tutto il bene del mondo dell’Italia in sé e amo il popolo italiano e il genio italiano", ha aggiunto.

Prima del vertice, Mario Monti ha incontrato Nicolas Sarkozy e Angela Merkel. La trilaterale è durata una mezz'oretta.

Subito dopo i tre sono entrati insieme nella sala del Consiglio europeo.

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