Uffici in tilt Provincia incartata dalle fotocopie

La Provincia non ha più carta bianca. Nel senso letterale del termine. Mancano le risme ai gruppi e ben nove consiglieri, da An a Rifondazione e Comunisti italiani, eccetto Pd, Lega Nord, Lista Biasotti, ieri durante l'assemblea consiliare hanno presentato altrettante richieste di informazioni ufficiali al presidente Alessandro Repetto e all'assessore al patrimonio Monica Puttini. «Non si può lavorare così». E giù un putiferio. Tanto che il consiglio provinciale è stato sospeso per dieci minuti. Fino a che sia Puttini, sia il presidente dell'assemblea Agostino Barisione, hanno promesso che del caso si occuperà la prossima settimana la riunione dei capigruppo. Non è tutto. La Provincia s'incarta pure sulle fotocopiatrici. Anzi, su una fotocopiatrice. L'unica, in sostanza, a disposizione dei gruppi consiliari. Quella messa in mezzo a tutti i piccoli e angusti «scagni» dedicati a ciascuno, accanto a un frigorifero malconcio. Una macchina che, denunciano un pochino tutti, è spesso rotta. Non funziona. Nemmeno per fare le copie della rassegna stampa. Uno strumento fondamentale per ogni consigliere, a prescindere dal colore.
«La macchina fotocopiatrice è tarata per dodicimila copie al mese - spiega Puttini - nel 2007 e nel 2008 ne faceva tredicimila. Adesso si è arrivati a ventimila copie. Per forza che si rompe. Ne prenderemo un'altra a noleggio oppure vedremo cosa decideremo la prossima settimana con i capigruppo».
Tant'è. Fatto sta che la Provincia spende qualcosa come 50mila euro all'anno di carta. E che, fino alla passata legislatura, della rassegna stampa se ne occupava la stamperia provveditorato sotto l'assessorato al Bilancio. Che, per risparmiare, ha tagliato il servizio.
«Risultato - denuncia il capogruppo di Forza Italia Bianchini - è che la scorsa settimana non c'era la carta. Anzi, mi hanno detto che dall'ufficio personale qualcuno è sceso negli scagni dei gruppi mendicando delle risme perché non c'era abbastanza carta per stampare le buste paga. Vero o no, se dotassimo i 36 consiglieri di un notebook portatile, grazie al collegamento wi-fi, potremmo risparmiare un sacco di soldi e non avere problemi di carta». «Sono due anni - racconta Giuseppe Rotunno di An - che evidenziamo le carenze e le difficoltà dei gruppi a svolgere al meglio il loro ruolo. Finora nessuno ci ha ascoltati. Per nove consiglieri del Pdl c'è soltanto un computer, un telefono, carta razionata, accessi limitati a internet. Con tutto il rispetto, sembra di essere in Pakistan o in un altro paese del Terzo Mondo».

«Ci occuperemo della questione - spiega Barisione - la prossima settimana. La rassegna stampa veniva stampata dal centro copie che, dicono sono molte, circa 400 al giorno. Effettivamente con le tecnologie si potrebbe risparmiare e offrire un servizio adeguato a tutti i consiglieri».

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