Andrea Acquarone
Il timore adesso è certezza. LH5N1, ovvero il virus dei polli che può trasmettersi alluomo in forma letale, ha contagiato la Romania. Lo dicono gli esami effettuati nel laboratorio veterinario britannico di Weybridge, in Gran Bretagna, e che ieri hanno confermato come la febbre aviaria «romena» appartenga allo stesso ceppo altamente patogeno, già diffusosi in Asia e poi in Turchia. Al termine di una riunione del centro di lotta allinfluenza aviaria, il ministro dellAgricoltura romeno Gheorghe Flutur si è presentato in tv cercando di rassicurare la popolazione: «Il virus isolato da un pollo e da unanatra a Ceamurlia de Jos è effettivamente lH5N1. Ma al momento non cè alcun sospetto di trasmissione alluomo».
Ora tocca dunque anche allEuropa studiare un piano di difesa, mentre lallarme sta arrivando pure in medio Oriente: in una regione della Turchia molto lontana da quella dei casi finora registrati, vicino alla città di Patnos, in Anatolia, sono morte infatti oltre mille galline. A tremare è il confinante Iran i cui prodotti avicoli peraltro sono già stati embargati anche dal sultanato di Oman.
«Siamo disposti a prendere misure più drastiche e radicali per contrastare linfluenza aviaria», ha incalzato deciso, da Salamanca, il presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso. «Abbiamo adottato delle misure per impedire limportazione di prodotti avicoli dalla Romania, come avevamo già fatto per la Turchia. Pensiamo che la massima precauzione e la massima prudenza sono la migliore delle cose». Tutto ciò mentre ieri veniva scoperto un altro possibile caso di contagio stavolta nel delta del Danubio. Anticorpi del virus dei polli sarebbero stati rilevati su alcuni cigni morti inspiegabilmente in prossimità del lago Obretinul Mic. E trema anche la Bulgaria: otto carcasse di anatre selvatiche trovate in un villaggio nei pressi di Gorna Oriahovitza, nel centro del Paese, sono state spedite in un laboratorio danalisi. Si cerca anche qui lH5N1. E oggi due esperti dellUnione Europea giungeranno in Bulgaria per ispezionare il funzionamento del laboratorio di Sofia.
Intanto dagli Stati Uniti gli esperti prospettano scenari decisamente inquietanti. «La prossima pandemia umana è inevitabile e il mondo ora si deve preparare contro linfluenza aviaria o altri virus potenzialmente mortali», ha vaticinato ieri con preoccupante allarmismo Anthony Fauci, direttore dellIstituto Nazionale delle Allergie e Malattie Infettive e consigliere della Casa Bianca per le questioni dellAids e per la preparazione della popolazione a possibili attentati biologici. «Sono trascorsi più di 30 anni dallultima pandemia, quindi inevitabilmente ci sarà una pandemia in un periodo di tempo ragionevole», ha aggiunto.
Ma il Vecchio continente sembra muoversi a rilento. Senza una strategia comune e soprattutto senza certezze. «Lo stop alla caccia per ridurre i rischi di contagio può essere una misura utile» ha osato ieri il Commissario europeo allAmbiente, Stavros Dimas, secondo il quale bisognerebbe in via precauzionale fermare la stagione delle doppiette. «La prevenzione è la strategia più sicura per ridurre i rischi per la salute. E lo stop alla caccia sarebbe una misura precauzionale utile». Naturalmente è allarme anche in Italia. Ieri si è temuto per la sorte di un ingegnere torinese di 29 anni rientrato ammalato dalla Cina e subito ricoverato nel reparto malattie infettive dellAmedeo di Savoia.
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