Ulderico Pesce e lo spettacolo «ambientalista»

Maria Letizia Maffei

Era l’inizio del secolo scorso quando Einstein scoprì che è possibile trasformare la massa in energia secondo la formula E=mc2 . L’essere umano è riuscito a ottenere quantità di energia tramite reazioni di fissione nucleare. Ma questo comporta una serie di conseguenze tra cui la creazione, durante il processo, di molta radioattività con il conseguente problema dello smaltimento delle scorie.
Storie di scorie è lo spettacolo scritto ed interpretato da Ulderico Pesce; lucano, quarantenne, con un grande desiderio di dare voce alla sua terra. Dopo aver conseguito grande consenso di pubblico e critica ha anche vinto, con questa pièce il Premio Nazionale Legambiente 2005. È la storia di Nicola, addetto alle pulizie del deposito nucleare della Trisaia di Rotondella. Il racconto parte da quando arrivarono nel suddetto deposito, le 84 barre di uranio radioattivo da conservare e riprocessare. Siamo a metà degli anni ’60.
Sono diversi anni che propone questo testo, ci sono aggiornamenti?
«È uno spettacolo in continua evoluzione, ed è il pubblico che viene a teatro a darmi gli aggiornamenti fornendomi atti e documenti, che siano giornalisti, chimici o gente comune. Voi che vivete a Roma, per esempio, siete distratti da mille questioni, e non vi soffermate a pensare che a Casaccia, a pochi passi dalla Capitale c’è un deposito che raccoglie il maggior numero di scorie nucleari italiane di secondo e terzo livello, con un reattore in funzione, unico in Italia, adibito a laboratorio di studio. In questo deposito è previsto, per la prima volta al mondo, l’esperimento di bruciare le scorie atomiche nel tentativo di dimezzare i tempi di decadenza radiattiva. Ma lo sapete dove si trova Casaccia? Vicino al lago di Bracciano, da dove parte l’acquedotto Paolo, che porta l’acqua a Roma. Nel torrente Arrone defluiscono i rifiuti dello stabilimento; pur essendo a bassa radioattività, soprattutto nei mesi estivi quando il livello dell'acqua scende, Legambiente ha potuto constatare l’aumento del pericolo. In Italia ci sono tante altre situazioni a rischio. Il nucleare è un grande affare, ed è per questo che non si trova una soluzione».
Il suo desiderio di verità la porta sempre a percorrere strade in salita? Ha ancora energie?
«È un percorso con una pendenza dell’80%, un’arrampicata. A volte mi abbatto, come quando il ministero dello Spettacolo mi ha tagliato i fondi, pochi mesi dopo un riconoscimento in terra di Francia. Ma del resto così la vita è più interessante».
Ci sono nuovi progetti all’orizzonte?
«Diversi, sì. Da un’indagine drammaturgica sul business dell’immondizia, ad una rilettura di Medea osservata dal punto di vista dello scontro della cultura occidentale con una cultura altra.

Verrà presentata nell’ex carcere del Parco del Pollino il 29 agosto, giorno in cui, dice la leggenda, il bosco si copre di cenere».
Per ascoltare il suo racconto dovete recarvi questa sera ore 2130, all’Anfiteatro del parco Alessandrino, Tor Tre Teste, largo Serafino Cevasco dove si svolge la rassegna «Racconti al Parco». L’ingresso è gratuito.

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