Antonella Aldrighetti
Un altro tassello importante del servizio sanitario regionale, in funzione fino al 31 gennaio, è venuto a cadere e a rimetterci, come sempre, saranno i pazienti che periodicamente vi si recavano dopo l’insorgenza di particolari patologie.
Già perché dal primo febbraio il pronto soccorso di Otorinolaringoiatria del Policlinico Umberto I è stato inderogabilmente soppresso. Chiuso. La disposizione, del 27 gennaio scorso, è stata firmata dal general manager del nosocomio universitario Ubaldo Montaguti che adduce come motivazione: «l’analisi delle attività svolte non giustificano, in termini di quantità e di tipologia di prestazioni rese, l’utilizzazione di un box-visita dedicato esclusivamente alle patologie di interesse otorinolaringoiatrico».
Ragion per cui «il box-visita che si verrà a liberare viene assegnato per le esigenze del pronto soccorso chirurgico e del trauma». Mentre chi a seguito di un problema di carattere uditivo o respiratorio si volesse recare al pronto soccorso, verrebbero dirottato in ambulatorio dove i tempi d’attesa, per una qualsivoglia visita, sono di certo più lunghi. Ma in ambulatorio ci può recare solo dal lunedì al venerdì e solo di mattina perché, se si dovesse aver bisogno di un consulto specialistico nei festivi e prefestivi o, si aspetta il giorno giusto per la visita oppure si decide di cambiare ospedale. Con una semplice verifica telefonica al numero dell’ex pronto soccorso otorino (lo 0649979519), fatta di venerdì pomeriggio, ci si rende conto che si rimane in balia di se stessi fino al lunedì successivo. L’operatore infatti, dall’altro capo del filo, altro non dice che bisognerà recarsi al Triage del nosocomio e aspettare il turno: non prende il nome, né il codice dell’assistito tantomeno fissa appuntamenti. E sì che la direzione generale del nosocomio, dopo la soppressione del servizio, avrebbe dovuto studiare un metodo «virtuoso» per garantire l’immediatezza della consulenza medica. Macché, tutto è lasciato al caso e all’arrendevolezza dei pazienti. Stando così le cose è spontaneo porsi quesiti: la decisione di sopprimere il Dea di otorino, insufficientemente «redditizio», a sentire Montaguti, è forse una delle chiavi di volta per promuovere il risanamento del nosocomio? Perché se così fosse il provvedimento avrebbe un fondamento.
Purtroppo però in questo panorama «tutto volto al risparmio» mal si conciliano i nuovi investimenti, promossi dallo stesso manager sulle professionalità esterne. Già, infatti in concomitanza alla decisione di chiudere il Dea di otorino, al Policlinico è stato assunto per ben 4 anni un nuovo dirigenti esterno: Angelo Bertocchi che ha preso servizio proprio il primo febbraio in qualità di coordinatore di staff e sovrintendente alle attività di segreteria del nuovo direttore amministrativo Giovanni Pietro Piccinin.
Piccinin, nel dicembre scorso, era subentrato a Luciano Barnaba che si era dimesso dall’incarico dopo meno di 4 mesi dall’ingaggio. Ed è stato proprio il neo direttore amministrativo a «manifestare l’esigenza di ricorrere alla collaborazione di una figura professionale con specifiche competenze» - si legge nell’atto di nomina del dirigente -.
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