Uncini La verità della materia e degli «artifici»

L’Accademia di San Luca apre per la prima volta i suoi spazi all’arte contemporanea per un omaggio a Giuseppe Uncini, a un anno dalla scomparsa. Accademico dal ’91 e presidente dell’istituzione nel 2003, Uncini torna così nella città scelta come patria elettiva, grazie all’iniziativa curata da Nicola Carrino, attuale presidente dell’Accademia nonché amico e compagno d'avventure artistiche dello scultore marchigiano con il quale aveva dato vita, nel 1962, al Gruppo Uno di Roma. Aperta al pubblico fino al 30 aprile, «Giuseppe Uncini. Dalle terre agli artifici» è una mostra piccola ma carica di emozioni che si apre sui testi e i cataloghi che documentano l’attività dell’artista dalle prime esposizioni alle grandi mostre, per poi entrare nel vivo dell’omaggio pensato da Carrino che ha scelto le sei grandi opere esposte, una ad una. Tra queste, tre non sono mai state esposte prima: si tratta di Senza titolo del 1958, Architettura n.194 del 2005 e Artifici n.5 del 2008, quest’ultima realizzata dall’artista poco prima della morte e affiancata dal suo disegno preparatorio, curiosamente realizzato cinquant’anni prima dell’esecuzione effettiva.
Un breve percorso espositivo da godersi pezzo per pezzo o da ammirare in un solo colpo d’occhio nel tentativo di carpire il segreto di un artista che seppe lavorare il cemento armato come fosse argilla conferendogli, così come al ferro, un’incredibile leggerezza. D’altra parte, come ha ricordato Carrino che, in occasione della ricorrenza ha curato anche il volume Giuseppe Uncini. Scritti, manifesti, interviste dalle terre agli artifici, Uncini fu l’artista «del fare e del costruire», motivo per cui scelse materiali non sempre gradevoli, ma a suo dire vivi e veri.

Un motivo in più per andare a vedere la mostra: per l’occasione si possono visitare le gallerie storiche dell’Accademia in corso di allestimento, e gettare un’occhiata ai capolavori che le animeranno, molti dei quali da poco restaurati.

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