A Pascal Luciani, direttore generale di Prologis Italia, abbiamo rivolto qualche domanda.
Quali sono i punti qualificanti di Prologis?
«A differenza della maggior parte dei nostri competitor, Prologis si propone come un interlocutore unico dalle fasi di pre-locazione a quelle di post-locazione. Tipicamente, nellimmobiliare per la logistica, cè uno sviluppatore che progetta e costruisce un impianto e poi lo vende a un fondo immobiliare, che diventa il nuovo interlocutore del cliente. Nel nostro caso, invece, avviene un trasferimento a un fondo interno di Prologis. La proprietà dellimmobile, quindi, resta nel gruppo, e Prologis Italia continua a occuparsi della gestione del bene in termini di asset management».
Una tale attività richiede una certa capacità finanziaria...
«A fronte di un contesto economico globale difficile, Prologis è una società molto solida. Nel 2007 abbiamo lanciato un ulteriore nuovo fondo immobiliare dedicato alla logistica con una leva di fondo di circa 3 miliardi. La forza finanziaria ci consente di garantire ai clienti una partnership di lungo respiro».
Comè il mercato in Italia?
«Larrivo di molti sviluppatori internazionali aveva causato una certa saturazione nellultimo triennio. Da qualche tempo, però, notiamo una ripresa molto interessante. La competizione globale, che porta le imprese a concentrarsi sui core business, crea nuove opportunità di crescita per chi fa outsourcing, sia in Italia sia nel resto dEuropa».
Come sono cambiate le esigenze delle imprese?
«Una volta prima nasceva la fabbrica e poi si costruiva il magazzino. Oggi avviene linverso. Molte aziende producono allestero, per esempio nellEuropa dellEst, e in Italia hanno bisogno di magazzini moderni per supportare la distribuzione».
Che cosa intende per impianti moderni?
«Oggi sono sempre meno utilizzabili i vecchi magazzini nati come appendice della produzione.
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