Francesco Saviotti, lad del Banco Popolare, ha bruciato tutti sul tempo ed è stato il primo ad annunciare il ricorso ai Tremonti bond per 1,45 miliardi di euro. Oggi sarà la volta di Unicredit, che seguirà due vie: quella italiana e quella austriaca, per ottenere obbligazioni statali per un valore massimo complessivo di 4 miliardi. Il cda che si è svolto ieri sera sui conti del 2008 ha dato incarico allad Alessandro Profumo - come si apprende da indiscrezioni - di avviare contatti e trattative con le autorità di Roma e di Vienna al fine, appunto, di sottoscrivere gli strumenti di capitale pubblici messi a disposizione dai rispettivi governi. Il valore dei bond non è ancora definito, né, per ora, è divisibile per quote «nazionali». Il governo austriaco ha messo a disposizione delle banche prestiti con caratteristiche analoghe a quelli promessi da Tremonti, autorizzati dallUnione europea; Unicredit è la banca italiana più presente nellEuropa dellEst, e presidia questi Paesi attraverso la Bank of Austria, che ha una funzione di holding territoriale.
Oggi, a Londra, il vertice di Unicredit diffonderà i dati approvati nel cda di ieri sera; il comunicato sarà diramato prima dellapertura della Borsa, poi seguirà lillustrazione dei conti che, sempre secondo indiscrezioni, sono andati «meglio del previsto» e lutile netto è «sopra il consensus degli analisti», che è di 3,775 miliardi di euro. Dellattesa non fa parte lentità del dividendo, che è già stato indicato in 3,6 miliardi (in Borsa il gruppo capitalizza allincirca 14 miliardi) e che sarà distribuito sotto forma di azioni, frutto di un aumento di capitale dedicato. Ieri il titolo Unicredit, dopo aver nuovamente toccato quota 1 euro, ha chiuso a 0,97, in lieve rialzo; dal 9 marzo, quindi in otto giorni di calendario, il recupero è stato del 35% circa.
Su un dividendo parte in contanti e parte in azioni si scommette anche per le Generali (più 0,9% in Borsa), che riuniranno il cda di bilancio di venerdì alle 14. Lutile della compagnia è stimato tra gli 800 e i 900 milioni, quando un anno fa era di 2,9 miliardi; le previsioni di remunerazione abbracciano un arco ampio, da zero (JP Morgan) a 40 centesimi (contro i 90 relativi allesercizio 2007). In questi giorni si è fatta strada lipotesi di distribuzione agli azionisti di azioni proprie, 60 milioni di pezzi che al 30 giugno valevano 1,8 miliardi. Escluso, in questo caso, il ricorso - come nel caso di Unicredit - ad aumenti di capitale, tassativamente smentiti di recente dallad Giovanni Perissinotto, il quale ieri ha annunciato che nel cda di venerdì sarà deciso anche il destino di Intesa Vita, la joint venture con Intesa Sanpaolo; tema sul quale ieri lo stesso Perissinotto si è incontrato con Corrado Passera, ad del partner bancario. Anche il cda Intesa Sanpaolo venerdì varerà, in mattinata, i conti 2008.
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