Stefano Filippi
Piccola e rapida nell'apprendere, l'Umbria ha applicato in modo esemplare la lezione emiliana su politica e cooperative rosse. Società mutualistiche sono sorte ovunque tra Perugia e Terni, il governo regionale le sponsorizza in vari modi mentre i Comuni adattano i piani regolatori alle esigenze dei supermercati. L'intreccio sistematico tra partito, coop e amministrazioni pubbliche messo a punto e oliato in Emilia Romagna viene applicato in Umbria con meticolosità.
Unipol monopolista nelle assicurazioni stipulate dalle amministrazioni locali. Servizi finora svolti da enti pubblici «esternalizzati» e affidati alle coop. Finanziamenti pubblici a pioggia. La Coop Centro Italia che gira le scuole della regione distribuendo contributi per promuovere il progetto «Sapere coop» che approfondisce «il concetto di consumo consapevole» prestando però il fianco ad accuse di pubblicità mascherata.
L'intreccio tiene assieme coop rosse e coop bianche. L'esempio più eclatante riguarda Franco Tommasoni, un ex democristiano ora della Margherita presidente di due ragguardevoli realtà mutualistiche: la Banca di credito cooperativo del Trasimeno e la Grifo Latte, maggiore cooperativa agricola umbra e tra le più importanti in assoluto considerato il peso che il settore primario conserva nella regione. Ebbene, Tommasoni nel 2004 è stato eletto consigliere regionale di centrosinistra mantenendo entrambe le altre cariche. «È un caso unico in Italia - dice Maurizio Ronconi, senatore umbro dell'Udc -. Avevo proposto una questione di ineleggibilità ma alla fine è stato tutto archiviato».
Piani regolatori che sembrano redatti ad hoc. Come a Foligno, di cui sono stati sindaci Maria Rita Lorenzetti, attuale governatore diessino, e Giorgio Raggi, ora presidente di Coop Centro Italia e vicepresidente della Popolare di Spoleto, unica grande banca umbra. Nelle scorse settimane è stato rispolverato il progetto di rifare due ponti sul fiume Topino, i principali della città, per una spesa di 19 milioni di euro. Uno dei due ponti sarà anche ruotato di 30 gradi, con il risultato che la nuova strada (su cui scorre il grosso del traffico urbano) passerà nell'area del nuovo centro commerciale Ipercoop. Contro la nuova viabilità cittadina si sono levate le proteste di moltissimi abitanti, ma il Comune non sembra intenzionato a cambiare idea. Anche il senatore Ronconi ha chiesto in Parlamento se «il piano viario e commerciale non sia stato immaginato per favorire la Coop Centro Italia» di Raggi.
Altro caso raccontato in uninterpellanza di Ronconi. A Spoleto, nel 1993, il Comune partecipò all'aumento di capitale della società di trasporto pubblico Ssit, sull'orlo del fallimento: le conferì un terreno su via dei Filosofi (importante arteria cittadina) valutato dal tribunale quasi due miliardi di lire e versò un conguaglio di 770 milioni. Due anni dopo la risanata Ssit comunicò la vendita dell'area alla Coop Centro Italia, la quale nel 2002 chiese una variante al piano regolatore per realizzarvi un centro commerciale e direzionale: ottenne il via libera con relativa modifica della viabilità.
Nonostante le denunce dellopposizione, coop e Ds non deflettono. Da dieci anni il centrodestra combatte il monopolio pressoché assoluto dell'Unipol nelle assicurazioni con gli enti locali. Centinaia di contratti stipulati a trattativa privata con Comuni, consorzi, comunità montane, aziende sanitarie. Mezzi pubblici, auto blu, immobili: «Basta guardare i tagliandi esposti sugli autobus di linea o sulle auto dei funzionari degli enti locali. Tutti Unipol», denuncia Luciano Rossi, coordinatore umbro di Forza Italia e consigliere regionale che ha presentato un'interrogazione al governatore Lorenzetti. «Vogliamo sapere come si svolgono le gare, quale è il premio pagato, che cosa viene assicurato e a quali condizioni - spiega Rossi -. Le coop svolgono un ruolo importante nel tessuto regionale per conciliare uneconomia sana e competitiva con una società giusta e responsabile. Ma con i gravissimi fatti emersi sul rapporto tra Unipol e partiti, è lecito dubitare».
Vincenzo Riommi, assessore Ds al Bilancio, ha replicato che è tutto regolare e che qualche volta vince la Reale Mutua. Ma i contratti Unipol restano la stragrande maggioranza. LUdc Ronconi spiega che da un po' di tempo, nella scelta delle compagnie assicurative, taluni enti abbandonano le licitazioni private e bandiscono gare pubbliche. «Sarà un caso, ma vince l'Unipol lo stesso - scuote la testa il parlamentare -. Riescono sempre a proporre le cifre più basse. Ho parlato con alcuni agenti assicurativi e le spiegazioni sono due: o c'è un cartello oppure qualcos'altro».
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