Unire, interrogazione di An sul «nuovo corso»

L’austerity imposta dal nuovo commissario dell’Unire (Unione nazionale incremento razze equine) Guido Melzi d’Eril sta scuotendo il mondo dell’ippica. Non tanto, o meglio, non solo per le sorti dei dipendenti che da febbraio (quando è entrato in vigore il «nuovo corso») rischiano di trovarsi con un ben magro stipendio ma soprattutto per le sorti delle corse di trotto e galoppo. La riduzione dei turni, infatti, rischia di compromettere la regolarità delle gare vista la conseguente diminuzione dei controlli. A denunciare la situazione con un’interrogazione parlamentare presentata ai ministri delle Politiche agricole, del Lavoro e della Solidarietà sociale il 13 febbraio è il deputato di Alleanza nazionale Paola Frassinetti. Due le questioni in ballo, dunque.
Quella degli 85 lavoratori colpiti dalle riduzione dei turni innanzitutto. Il commissario nominato dal governo ha ridotto le giornate di «nomina» ai Co.co.co. (commissari di gara, presidenti di giuria e ispettori antidoping) che lavorano con gettoni di presenza. Ma come funziona il nuovo sistema? Semplice, negli ippodromi ora è previsto un solo commissario e un solo ispettore antidoping quando fino al mese scorso e da 5 anni ce n’erano 2. Il tutto senza consultare né associazioni di categoria né sindacati. «Il provvedimento in questione - si legge nell’interrogazione parlamentare - è andato a far gravare le pur utili economie di spesa dell’ente su lavoratori del livello retributivo di base, già al limite della sussistenza personale (...) attraverso una decisione unilaterale dell’ente». I redditi previsti a febbraio per i lavoratori, poi, sono bassissimi. «Detto provvedimento - prosegue l’interrogazione - oltre a far varcare la soglia della povertà a un gruppo di 85 lavoratori precari di lungo corso (con un reddito mensile medio a febbraio di 545 euro per i commissari e di 326 euro per gli ispettori), appare volto a prevenire eventuali contestazioni; ciò in considerazione del fatto che oltre alla riduzione di giorni lavorativi e di retribuzione è stata operata un’ostentata sperequazione nel numero dei giorni lavorativi assegnati, a esempio due ad alcuni e otto ad altri, quasi si intendesse innescare la proverbiale “guerra tra poveri”».
C’è poi il problema delle regolarità delle corse. Perché a sopperire alla riduzione del personale addetto ai controlli negli ippodromi dovrebbero essere proprio le società di corse. «Le funzioni ricoperte dal secondo commissario e ispettore antidoping dell’ente - continua l’interrogazione - verrebbero ricoperte da personale dipendente dalle società di corse, in pratica sostituendo i controllori con i controllati».

Un vero e proprio conflitto di interessi, dunque. Si vocifera inoltre della cancellazione da parte del commissario anche di altre figure professionali, quali giudici di arrivo e aiuti starter (altre 145 persone), nei mesi a venire. Tempi duri per l’ippica nostrana.

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