Uova da imballare? Facciamo una commissione

da Perugia

D’accordo, bisogna salvare la tradizione. E nella storia dell’agricoltura italiana il cavallo da tiro ha il suo peso: una razza ottenuta da una serie di incroci negli Anni ’20 per lo spostamento dei pezzi d’artiglieria e quindi impiegato anche nei campi, quando c’era Lui. E l’Umbria - come la Toscana, come l’Emilia - è stata una regione fascistissima; da Perugia è partita la marcia su Roma. E quindi è giusto che abbia il suo rappresentante nella «Commissione tecnica centrale del libro genealogico del cavallo agricolo da tiro pesante». Rapido: la dizione esatta è «tiro pesante rapido». Ma c’è proprio bisogno che per nominare il prescelto si riunisca - la delibera in questione è la numero 99 del 27 maggio 2004 - la giunta regionale al completo? Da Bruxelles sono arrivate certamente norme dettagliatissime sulla materia, la giunta sceglie con cura il presidente e i 7 tecnici della «Commissione provinciale per il centro imballaggio delle uova di Perugia»: ma è proprio indispensabile che ci sia un’altra «Commissione per il centro imballaggio delle uova di Terni» (altre 6 nomine)?
Dalle pecore ai minori disagiati, la giunta regionale si prende cura di tutti. Colloca 4 tecnici nel «Comitato per la razza ovina appenninica», senza trascurare il «Comitato per i suini ibridi». Nomina i membri - 14 - del «Comitato paritetico per le servitù militari». Designa il «Comitato di monitoraggio per l’attuazione del decentramento» (15 nomine), e i tecnici - 4 - del «Comitato pari opportunità». E i propri rappresentanti nella «Commissione provinciale assicurazioni di pescatori di mestiere nelle acque interne», e nella «Commissione per l’emersione del lavoro nero», e in quella «per la valutazione dei provvedimenti nei confronti dei frantoi sottoposti a contestazione dall’Agecontrol» (presidente e 8 componenti).
Il consiglio regionale - tra le poche nomine che gli sono affidate - invece sceglie chi deve far parte del «Collegio di vigilanza per la promozione di oggetti dell’artigianato umbro» (d’accordo con i musei): un presidente e 5 consiglieri. Ma poteva la giunta stare a guardare? No: e infatti posiziona un presidente e 9 tecnici nella «Commissione per l’artigianato di Perugia», un presidente e 9 tecnici in quella di Terni, mentre l’assessore invia un suo uomo di fiducia nel «Consiglio nazionale dell’artigianato».
E poi ci sono la «Commissione per l’olio d’oliva di Perugia» (5 prescelti), la «Commissione unica del farmaco» (1 nomina), che però unica non è visto che il governo umbro ne piazza altri 5 nella «Commissione farmaceutica regionale»; la «Commissione per la tassidermia» (5 nomine) e la non meglio precisata «Commissione regionale tripartita» (presidente e 14 tecnici).
Quella degli osservatorii, poi, è una vera e propria passione.

La giunta ha 33 rappresentanti nell’«Osservatorio sulla condizione penitenziaria e post penitenziaria», e un esperto in quello «provinciale sul disagio scolastico». L’«Osservatorio del commercio», non ancora avviato, prevedeva la designazione di 29 persone di fiducia.

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