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Gli Usa cedono il comando a Bagdad Al-Maliki guiderà l’esercito iracheno

Il premier firma l’intesa soddisfatto: «È un grande giorno per la storia del nostro Paese». Nuova serie di attentati, almeno 44 morti

da Bagdad

Il primo ministro iracheno Nuri al-Maliki ha ricevuto ieri dagli Stati Uniti, durante una cerimonia a Bagdad, il comando formale delle forze militari irachene. Un primo passo verso il ritiro dei 150mila soldati stranieri sotto comando Usa, anche se nulla autorizza a pensare - è stato detto esplicitamente - che gli americani stiano per abbandonare il Paese. Al-Maliki ha firmato l’accordo, che gli dà il graduale controllo delle forze armate nazionali, con il generale americano George Casey, comandante della Forza multinazionale in Irak. «È un grande passo e un grande giorno nella storia dell’Irak - ha dichiarato il premier sciita nel corso della cerimonia -. Il nuovo esercito iracheno si costruisce sul coraggio dei suoi figli, che consacrano la vita a proteggere i loro connazionali». Per fare chiarezza Casey ha sottolineato che i soldati americani non si stanno affatto preparando ad andarsene. «Continueremo a batterci al vostro fianco - ha detto - per proteggere il popolo iracheno ovunque esso sia minacciato. Abbiamo ancora una lunga strada da percorrere». In un primo tempo il governo iracheno prenderà il comando di una delle dieci divisioni dell’esercito iracheno, mentre le altre verranno progressivamente trasferite dagli americani alle autorità nazionali. Alla fine del processo lo stato maggiore iracheno avrà sotto il suo comando 115mila uomini. Le forze di sicurezza irachene saranno ancora fortemente dipendenti dalle truppe Usa per il supporto logistico necessario a combattere la ribellione sunnita e la violenza settaria.
Nel giorno del passaggio del comando delle forze armate dagli Usa a Bagdad, i terroristi hanno ucciso almeno 44 persone tra poliziotti e civili in una serie di attentati con autobomba perpetrati in tutto il Paese. Negli attacchi sono morti anche due soldati americani. Rivolgendosi ai ribelli, al-Maliki ha detto: «Sarete puniti ovunque voi siate.

Non otterrete nulla se non la prigione e il castigo».

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