Una sorta di lezione universitaria nell'aula magna del Centro Giulio Onesti del Coni organizzata da Gatorade in occasione del lancio della nuova bevanda (sul mercato italiano da aprile) che porta il suo nome. Usain Bolt è stato il relatore più applaudito nel convegno «L'importanza degli integratori nella pratica sportiva, quando lo sponsor migliora le performance». Il «fulmine» giamaicano riconosce di non essere al top a dieci mesi dall'ultima sua gara ufficiale («sono un po' nervoso, forse per la prima volta nella mia carriera anche se mi sono allenato duramente e sto bene») ma le sfide, di certo, non lo spaventano.
Quando si è un campione così, non è facile poi organizzare la propria vita. Il primatista mondiale di 100 e 200 metri però sa su chi poter contare: «Il mio manager mi aiuta sempre a trovare i migliori sponsor e contratti per il mio futuro. Il mio agente invece si occupa della parte logistica, fa si che arrivi in tempo all'aeroporto e che ci sia una bella stanza d'albergo ad aspettarmi». E a chi gli chiede cosa avrebbe fatto nella vita se non fosse stato un velocista ha risposto: «Cricket o calcio, che ho anche praticato per qualche tempo, ma mai golf. Nessuno conosce i limiti umani: una volta si diceva che 9''90 sui 100 fosse una barriera insuperabile. Si è detta la stessa cosa per i 9''60 e invece io sono riuscito ad andare oltre. Posso solo dire che a me piace correre sempre più veloce. Magari dietro alle donne, anche se mi piace anche essere rincorso, di sicuro non scappo da loro. Diciamo che c'è un 50 e 50...».
Se avrà ripreso il passo del fulmine sulla pista, si vedrà nel Golden Gala di domani (le quote Agipronews lo danno vincente a 1,15 contro il 4,75 del connazionale Powell), dopo aver trascorso una serata tranquilla in albergo. «Mi piace molto stare in casa, giocare con la playstation (nella sua suite da 80 mq all'hotel Villa Pamphili ha la Fifa 2011, ndr) o a domino con gli amici, e guardare la tv». Poi dà un consiglio ai giovani che vogliono praticare la velocità nell'atletica: «Lavorare duro ed essere concentrati, c'è tantissima concorrenza sui 100 metri». Confessando che anche lui ha ancora margini di miglioramento: «I primi 30 metri sono i più importanti nei 100, perchè si costruisce la velocità e la forza per l'intera corsa. Per quanto mi riguarda il mio problema maggiore sono i primi 10 metri perchè sono molto alto. Devo cercare di andare dritto e di non spostarmi nei primi passi. Ho bisogno di lavorare molto su questo».
Domani tornerà in pista e Bolt ha raccontato quale sarà la sua giornata tipo. «Domattina sveglia molto tardi, salterò come faccio quasi sempre la colazione. Normalmente quando mi sveglio, è già ora di pranzo. Penso che mangerò una pasta per primo e il pollo per secondo. Poi solo liquidi fino alla gara». Magari quelli del suo sponsor. «Bevendo Gatorade - ha ammesso - ho un valido aiuto nei miei impegni e negli allenamenti quotidiani. E ho notato miglioramenti nelle mie performance». Il suo obiettivo stagionale restano i Mondiali di Daegu in Corea («dove voglio difendere i miei titoli conquistati a Berlino»).
A spingerlo verso una nuova impresa è stato il presidente del Coni, Gianni Petrucci, che ha voluto incontrare il velocista giamaicano al centro dell'Acquacetosa anche per consegnato un medaglia d'argento celebrativa delle Olimpiadi di Roma '60. «È un personaggio straordinario - ha ammesso Petrucci - il più popolare al mondo. In questi giorni romani, ha dimostrato ancora una volta di essere non solo il numero 1 in pista, ma anche per simpatia e comportamenti. L'entusiasmo della città per la sua presenza è sotto gli occhi di tutti, e domani sera l'Olimpico sarà il teatro ideale per una sua grande performance. Speriamo di fare il record di presenze, e a Bolt non vogliamo mettere pressione, ma di certo la sua presenza può essere un trampolino ideale per il sogno olimpico di Roma 2020. Abbiamo fatto bene a lasciare la pista d'atletica all'Olimpico».
L'appuntamento del «Giulio Onesti», organizzato in collaborazione con Coni Servizi, si è rivolto a studenti e sportivi appartenenti alle federazioni sportive del Coni. L'incontro, oltre a portare come esempio di efficienza e massima prestazione il giamaicano, è stato l'occasione per approfondire le tematiche legate all'idratazione e all'alimentazione nella pratica sportiva. Tra i relatori, il professore Giorgio Calabrese, medico nutrizionista e docente di Alimentazione e Nutrizione Umana presso l'Università Cattolica S.
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