Val di Susa, pacco bomba sull’Alta velocità

Presidiati dalle forze dell’ordine i cantieri ferroviari. Le indagini sembrano puntare sugli anarco-insurrezionalisti

Luca Fiocchetti

da Torino

Di giorno in giorno, di ora in ora, sale la tensione in Val di Susa. Dopo il volantino rinvenuto venerdì, inneggiante alle Brigate rosse che incitava alla rivolta violenta contro la realizzazione della linea ad Alta velocità, ieri le minacce si sono fatte più esplicite. Un pacco bomba è stato trovato al chilometro 56 della statale 25 del Moncenisio dopo una telefonata anonima ai carabinieri della stazione di Susa.
Il pacco conteneva dell’esplosivo, una miccia e una videocassetta con un messaggio rivolto agli stessi carabinieri. Un gesto dimostrativo, così sostengono gli inquirenti, perché il candelotto da duecento grammi di esplosivo da cava non era innescato. Ma, anche se il pacco non poteva esplodere, è impossibile non preoccuparsi per l’escalation della protesta alla Tav. Si era iniziato con manifestazioni e marce pacifiche dei cittadini della Valle, quasi delle scampagnate domenicali con bimbi e cani al seguito. Poi, all’inizio della settimana, si sono avuti i primi scontri con le forze dell’ordine che proteggevano i tecnici della Ltf incaricati di eseguire i sondaggi. Qualche contuso e polizia obbligata al blitz notturno per recintare i siti dei carotaggi. Penultimo atto, il rinvenimento del volantino del gruppo Val Susa Rossa corredato con la famigerata stella a cinque punte nel quale si incita gli abitanti a fare della Valle «il focolaio dell’incendio rivoluzionario che distruggerà le democrazie borghesi dell’Europa capitalista». Proprio mentre gli inquirenti analizzavano questo documento in puro stile Br, i tecnici della Ltf che stavano effettuando delle misurazioni sono stati assediati da cinquecento manifestanti. Poche ore dopo il ritrovamento del pacco bomba. E adesso anche gli stessi valsusini, che in un primo momento si compiacevano della partecipazione alla loro protesta di esponenti dei gruppi anarchici e disubbidienti, hanno paura. Paura che il terrorismo armato faccia il suo ritorno nella Valle.
Qui si trovava la palestra dell’ultima falange di Prima Linea negli anni Settanta e in Valle vivono ancora alcuni ex esponenti del gruppo armato; sempre qui, venti anni dopo, ha fatto parlare di sé il fantomatico gruppo di ecoterroristi denominato Lupi grigi, resosi protagonista dei primi attentati contro cantieri e tralicci. «È un film già visto - ha dichiarato Antonio Ferrentino, presidente della Comunità Bassa Val di Susa a capo del movimento contro l’Alta velocità -. Dobbiamo dare un segnale forte per prendere le distanze da questi episodi molto gravi. Vogliamo incontrare i magistrati e le forze dell’ordine e, insieme, fare di tutto affinché episodi del genere non si ripetano».
Ma le «azioni di disturbo» sono proseguite anche nella giornata di ieri. Nella mattina alcune decine di manifestanti sono entrati nella stazione di Oulx e hanno bloccato il treno Tgv diretto a Parigi. Le proteste sono poi rimbalzate fino a Torino con il presidio e il volantinaggio di fronte alla sede di Ltf, la società italo-francese che realizza gli studi preliminari e i sondaggi del tratto comune, da parte di un gruppo di anarchici che hanno inscenato una manifestazione anti Tav anche nella multietnica piazza del mercato di Porta Palazzo.
A Susa, sempre ieri, la frangia più pacifica degli anti Tav ha organizzato una fiaccolata partita dalla centrale piazza d’Armi e poi salita fino a Mompantero, il teatro dei primi scontri con le forze dell’ordine. Ma il calendario, almeno quello «ufficiale», delle contestazioni, prevede per i prossimi giorni due appuntamenti che le forze dell’ordine, incaricate di presidiare i comuni dove si trovano i siti dei cantieri, considerano ad alto rischio. Venerdì prossimo il popolo dei No Tav si è dato appuntamento a Venaus per una manifestazione di protesta in occasione dell’inaugurazione della centrale idroelettrica sotterranea di Pont Ventoux, altra opera da sempre nel mirino degli ambientalisti. Poi lo sciopero generale della Valle di Susa il 16 novembre, iniziativa dalla quale hanno preso le distanze anche gli stessi sindacati confederali.


Mentre restano nel massimo riserbo le piste investigative che le forze dell’ordine stanno seguendo, nella giornata di ieri si è tenuto un supervertice nella Prefettura di Torino, coordinato dal prefetto Goffredo Sottile, per fare il punto delle indagini in corso e prepararsi alle giornate di tensione.

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