Non cè pace per la Valbisagno. Da Marassi in su, gli abitanti sono adesso alle prese con linvasione dei romeni. E tanti sono gli episodi di criminalità legati alla nuova emergenza: tempo fa le commesse di un bar tabacchi sono state minacciate per non avere voluto «consegnare» l'incasso, i clienti dei negozi della zona sono stati importunati dalle pressanti, spesso minacciose, richieste di danaro, e sono decine i negozianti derubati e altrettante le auto date alle fiamme. È trascorsa qualche settimana relativamente tranquilla, poi i romeni sono tornati prepotentemente alla ribalta. A San Gottardo la gente è esasperata e si dichiara pronta a scendere in piazza e dar vita a clamorose manifestazioni di protesta. Alle ormai tristemente conosciute colonie di abusivi che si sono insediate nella zona, ultimamente si sono aggiunte alcune bande dedite alla microcriminalità: alcune famiglie romene che hanno sfondato le porte di alcune case abbandonate sull'antico acquedotto romano e che stanno dando sfogo, in tutti i modi possibili e illeciti, ad una continua ricerca di danaro.
Negli ultimi giorni ne hanno fatto le spese alcuni abitanti che abitano vicino a queste case dormitorio e non solo loro, la stessa sorte è toccata anche a chi camminava. Stessa sorte anche per chi cammina per strada. Persone che vengono derubate del portafogli o aggredite davanti allo sportello del bancomat. Antonio G. è un contadino che abita sul condotto: «Alcuni edifici abbandonati vicino a casa mia - racconta - erano stati preventivamente murati dai proprietari con l'intento di evitare intrusioni, ma a nulla è servito. La settimana scorsa hanno sfondato le porte e dopo alcuni giorni, approfittando della mia assenza poiché ero al lavoro nei campi vicini sono entrati in casa mia e hanno fatto man bassa di vestiti e di 300 euro che tenevo in un cassetto. Ho incontrato due uomini con addosso le mie camicie ma mi sono ben guardato di dire loro qualcosa. Hanno tutti la faccia di gente pericolosa». Ma i furti non colpiscono soltanto chi abita nelle vicinanze dei rumeni. Paolo C. è un pensionato che è stato derubato davanti al bancomat di un istituto di credito in via Molassana. «Stavo per prelevare un piccola somma dallo sportello - spiega con un filo di voce - quando sono stato spinto alle spalle da uno sconosciuto e quando mi sono girato un'altra persona si allontanava con in mano i miei soldi». Ed oltre a evidenti pedinamenti e particolari «studi», volti ad ingannare i malcapitati, adesso i furti vengono fatti alla luce del giorno e senza che nessuno intervenga.
È il caso di Marina R.
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