Le Mans - Una volta Stoner, un’altra la Ducati, poi le gomme Michelin, quindi il diluvio universale. La stagione annunciata come quella della rivincita dopo la sconfitta del 2006, si sta rivelando più complicata del previsto per Valentino Rossi. Non ne va dritta una al campione della Yamaha, solo sesto sotto una pioggia torrenziale e ancora una volta alle spalle di Casey Stoner, terzo e sempre più saldamente al comando: adesso il suo vantaggio è di 21 punti su Valentino. «All’inizio della gara, con la pista asciutta, tutto stava funzionando al meglio - spiega il fenomeno di Tavullia -. Poi è iniziato a piovere e abbiamo sbagliato la scelta della gomma, optando per una troppo dura, sperando in una pioggia leggera. Non ho potuto far altro che cercare di limitare i danni e finire la gara».
Dopo i guai delle prove, Rossi era riuscito a trovare la messa a punto vincente per la sua Yamaha e con l’asciutto si sarebbe certamente giocato la vittoria, come confermano i primi cinque giri condotti al comando. Poi ha iniziato a piovere sempre più forte e, dopo la confusione dettata dal rientro dei piloti ai box per sostituire moto e pneumatici, la situazione si è assestata attorno al 13° giro, con Vermeulen, Melandri e Rossi racchiusi in tre secondi. Sembrava che Valentino avesse la situazione sotto controllo, ma quando la pista si è definitivamente allagata, il pilota della Yamaha ha cominciato a remare.
«Quando ci sono queste condizioni - commenta un po’ sconsolato - è sempre una scommessa. E noi l’abbiamo persa, pensando che non avrebbe piovuto così forte. Negli ultimi sei giri facevo fatica a dare gas perfino in rettilineo e sono finito dritto più di una volta, perché non riuscivo a fermare la moto. Con una gomma più morbida avrei potuto lottare con Stoner, ma al di là della scelta sbagliata, fatta in base alle nostre informazioni meteo, sono preoccupato per la situazione degli pneumatici. A Le Mans la Bridgestone ha conquistato l’intero podio, a casa della Michelin, e anche sull’asciutto sembrano avere meno problemi. Bisogna lavorare».
Dopo aver elogiato durante l’inverno il nuovo regolamento che limita il numero degli pneumatici, adesso Rossi rimpiange la gomma «magica», quella che nel 2006 la Michelin poteva costruire in circuito prima della gara. «Sembrava che così le gomme avessero meno importanza, invece ne hanno più che in passato» è la sua amara constatazione. Ma l’anno scorso, la famosa gomma magica tirata fuori dal cassetto della Michelin aveva in realtà creato parecchi problemi a Rossi, specie nelle ultime due gare dell’anno. Intanto, le Bridgestone sono sicuramente cresciute: quattro vittorie su cinque gare e due podi conquistati completamente confermano la superiorità degli pneumatici giapponesi e per la rivale francese non sarà facile recuperare terreno. Ma Rossi fatica anche perché sulla sua strada ha trovato una Ducati davvero competitiva e uno Stoner in stato di grazia. Casey è il capostipite di una generazione di piloti che non sembrano avere timori reverenziali, che insomma non se la fanno sotto appena sentono nominare Rossi, come facevano altri in passato.
«La Ducati non va forte solo in rettilineo, è competitiva anche in curva e Stoner la guida bene. Siamo solo all’inizio, difficile dire se lui è il mio avversario più forte: sicuramente è bravo». Ci vorrà un grande Rossi per riuscire a battere lui, la Ducati e le Bridgestone.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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