V alentino Rossi e Pippo Inzaghi, la stessa faccia di due medaglie diverse. Ci sono uomini nello sport che possono sembrare in crisi, in declino, sorpassati, antiquati poi... Poi, nel momento più opportuno, nellattimo decisivo, quello del dentro o fuori, balzano agli onori della cronaca con limpudenza della giovinezza, con la classe del campione, con la freddezza del killer.
Pippo Inzaghi, da Atene - finale della Champions League - a Torshavn - vittoria striminzita sulle Far Öer - ha prima salvato e esaltato la stagione del Milan, poi salvato la panchina del ct Donadoni e la faccia della nazionale azzurra. La sua fame di gol nei grandi appuntamenti ha dellincredibile. Riesce sempre a farsi trovare al momento giusto al posto giusto. Che ci metta unanca, una spalla, un braccio, un piede, un ginocchio, la testa lui è sempre lì, la palla è sempre in rete. È un dono che gli ha fatto il Dio del pallone. E lui è un esempio per tutti. Spesso messo da parte, accantonato, relegato in panchina riesce ancora a dire, ed è sincero quando lo dice, di emozionarsi e commuoversi ogni volta che sente suonare linno di Mameli. Non è poco, anzi è tantissimo, in una nazionale in cui ormai si entra e si esce a proprio piacimento, vedi i casi Totti e Nesta e Maldini. In questa nazionale di giocatori «faciloni e superficiali» (la definizione è di Buffon e Cannavaro, non due qualsiasi) lui, Inzaghi, la voglia, la grinta, la rabbia ce la mette sempre.
E Valentino Rossi? Pochi giorni fa, in una bella intervista fatta dal nostro Benny Casadei Lucchi, sembrava abbacchiato, triste. Da quella lunga chiacchierata veniva fuori un Dottore un po scoraggiato, che, a 28 anni, cominciava a sentirsi vecchio in un ambiente in cui ci sono ventenni che scalpitano e che aprono il gas come forsennati. Ma dategli una moto che non fa scherzi, delle gomme che non tradiscono ed eccolo che schizza davanti a tutti, piegandosi in curva come nessun altro sa fare, scoraggiando, alla lunga, chi è costretto a stargli dietro.
E a proposito di schizzi che sta combinando Luna Rossa? Non vogliamo credere che New Zealand sia così superiore. De Angelis & C dicono che non sono ancora morti. Bene, ce lo auguriamo. Aspettiamo che entrino anche loro nel club dei Rossi e degli Inzaghi.
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