Andrea Tornielli
da Roma
Una democrazia senza valori «si converte facilmente in totalitarismo aperto o subdolo», la tutela della vita «è la nuova frontiera della questione sociale». La libertà religiosa e lo sviluppo basato sul rispetto della dignità delluomo sono «i criteri» in base ai quali i cristiani «dovranno imparare a valutare» i programmi di chi li governa.
Ieri mattina Benedetto XVI ha ricevuto in Vaticano una delegazione delle Acli, in occasione del sessantesimo anniversario della fondazione e ha parlato di lavoro, difesa della vita e democrazia. Nel pomeriggio, inoltre, lagenzia Ansa ha reso noti brani del messaggio del Papa per la Quaresima, un testo che sarà presentato fra circa un mese, e che tratta dello sviluppo integrale delluomo.
Agli aclisti, guidati dal presidente Luigi Bobba, Benedetto XVI ha ricordato che la Chiesa ha sempre richiamato la «dimensione umana» dellattività lavorativa e ha detto che «esigere che la domenica non venga omologata agli altri giorni della settimana è una scelta di civiltà». Ratzinger ha quindi ribadito il primato delluomo sullo stesso lavoro, del lavoro sul capitale, della destinazione universale dei beni sul diritto alla proprietà privata, «insomma, la priorità dellessere sullavere».
«Questa gerarchia di priorità ha spiegato Benedetto XVI mostra con chiarezza come lambito del lavoro rientri a pieno titolo nella questione antropologica. Emerge oggi, su questo versante, un nuovo e inedito risvolto della questione sociale connesso alla tutela della vita». «Viviamo in un tempo ha aggiunto in cui la scienza e la tecnica offrono possibilità straordinarie per migliorare lesistenza di tutti. Ma un uso distorto di questo potere può provocare gravi e irreparabili minacce per il destino della vita stessa». La vita, dunque, è «la nuova frontiera della questione sociale», e «la tutela della vita, dal concepimento al suo termine naturale, e ovunque questa sia minacciata, offesa o calpestata, è il primo dovere in cui si esprime unautentica etica della responsabilità, che si estende coerentemente a tutte le altre forme di povertà, di ingiustizia e di esclusione».
Il Papa ha quindi citato la seconda consegna, quella della fedeltà alla democrazia, «che sola può garantire luguaglianza e i diritti per tutti». «La giustizia ha detto Ratzinger è il banco di prova di unautentica democrazia. Ciò posto, non va dimenticato che la ricerca della verità costituisce al contempo la condizione di possibilità di una democrazia reale e non apparente». A questo proposito, Benedetto XVI ha citato le parole contenute nellenciclica wojtyliana Centesimus annus: «Una democrazia senza valori si converte facilmente in un totalitarismo aperto oppure subdolo, come dimostra la storia». Ratzinger ha perciò invitato le Acli a lavorare «perché cresca il consenso attorno a un quadro di riferimenti condivisi», perché diversamente, «lappello alla democrazia rischia di essere una mera formalità procedurale, che perpetua le differenze ed esaspera le problematiche».
Un messaggio più incentrato sullo sviluppo e sulla necessità di combattere la povertà è quello che Benedetto XVI ha scritto per la Quaresima. Nel testo, anticipato dallAnsa, il Papa si appella «a chi ha responsabilità politiche e ha tra le mani le leve del potere economico e finanziario» per perorare la causa di «anziani, adulti e bambini» che vivono «miseria, solitudine, violenza e fame».
Ratzinger afferma, riprendendo un tema sviluppato nellenciclica Deus caritas est, che «il primo contributo che la Chiesa offre allo sviluppo delluomo e dei popoli non si sostanzia in mezzi materiali o in soluzioni tecniche, ma nellannuncio» della novità evangelica.
La Chiesa chiede a chi ha il potere di promuovere uno sviluppo basato sulla dignità delluomo e sulleffettiva libertà religiosa che le permetta di contribuire «alledificazione di un mondo animato dalla carità».
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