Scandalo a Liegi. La corsa più bella, più gloriosa, più aristocratica del mondo fa sedere a capotavola il corridore più discusso e più discutibile del mondo: Alejandro Valverde, spagnolo, professione impunito.
Poi dice che il ciclismo fatica a ripartire con una faccia nuova: ma va? Come si può pensare di ripartire ripuliti e rispettabili, quando gli effluvi della storica «Operation Puerto», la madre di tutte le inchieste, ancora aleggiano sul gruppo, senza che nessun governo e nessun dirigente avverta anche solo un minimo di disagio. Da dove dovrebbe nascere questo disagio? Facciano un po' loro. Vedano se è normale e accettabile continuare a subire una storia grottesca e vergognosa come questa, che già troppe volte s'è raccontata, ma che proprio adesso, di fronte al trionfo nella Liegi-Bastogne-Liegi, nessun uomo onesto può improvvisamente dimenticare.
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