Varato un nuovo balzello

Anche al presidio di via Canova sarà una sanità a pagamento. È stato un gioco da ragazzi per il commissario Piero Marrazzo ridisegnare le attività sanitarie. È bastato, infatti, convertire il Pronto soccorso in «Primo soccorso» - come è oggi al Nuovo Regina Margherita - ed ecco fatto.
Ma non è solamente il nome a cambiare: la visita diurna non è più a carico del servizio sanitario, la pagano i cittadini. E non come contributo addizionale, è un extra pagato, di tasca loro, pronta cassa. Ben 20,66 euro per un esame obiettivo: misura della pressione arteriosa, ausculto del battito cardiaco e del respiro, misura della temperatura. Tempo necessario all’incirca quindici minuti. E che la visita «a ticket politico» sia a carico del paziente non viene assolutamente pubblicizzato: si viene a sapere solamente recandosi presso lo sportello e chiedendo di essere assistiti.
Insomma se l’ex ministro dell’Economia Padoa Schioppa di concerto con quello della Salute Livia Turco avevano convalidato un provvedimento per far pagare il ticket di dieci euro ai cosiddetti «codici bianchi» al servizio di Pronto soccorso, Marrazzo è riuscito a fare ancora di peggio. O meglio chissà, almeno per le casse della Regione che riscuoteranno contributi straordinari e in contanti.
Inoltre si deve aggiungere che se si paga dal lunedì al venerdì nelle dodici ore diurne, di notte e nel week end l’intervento è gratuito. Questo è il modello della «sanità che verrà» per la cosiddetta assistenza territoriale rappresentata dai presidi di prossimità, Primo soccorso e guardia medica. Per dire pure che presso il presidio territoriale di via Canova, 19 che verrà inaugurato intorno alla metà di novembre dopo la chiusura definitiva dell’ospedale San Giacomo, i cittadini che abitano all’interno del Tridente avranno a disposizione non più un nosocomio benché piccolo, ma un ambulatorio dove rivolgersi per medicarsi una ferita superficiale, piccoli traumi, per la febbre, tonsilliti, faringiti, dolori articolari non traumatici, dermatiti, piccole abrasioni e odontalgie - ed è così che viene precisato nelle brochure patinate che pubblicizzano i presidi territoriali della città -. Ma, è bene sapere, niente di più. Per cui prima di andare a farsi visitare nell’ambulatorio in questione serve saper fare un po’ di auto-diagnosi. Altrimenti si rischia di perdere del tempo prezioso.
Già, infatti nel caso di quelle che vengono chiamata «le emergenze più complesse» è doveroso rivolgersi nei Pronto soccorso degli ospedali. E nella brochure vengono appunto elencati il «Fatebenefratelli», il «San Camillo», «San Giovanni» e «Santo Spirito». Infatti nei presidi ambulatoriali pure se vi sono allocati reparti di medicina specialistica e diagnostica per accedervi bisogna fare la solita trafila della prenotazione, lista d’attesa e ulteriore ticket. Mentre chi, approdando al Primo soccorso avesse bisogno di una diagnosi più approfondita corredata anche solamente di semplice elettrocardiogramma dovrebbe recarsi in ospedale.
Insomma chi si va a visitare al presidio non ha diritto a prestazioni aggiuntive. Per quelle deve prenotarsi con la ricetta del medico di base.

Peraltro la dichiarazione con tanto di diagnosi rilasciata dal medico del presidio - neanche fosse un professionista di serie B - non ha valore legale per attestare eventuali assenze dal posto di lavoro o certificare un malessere momentaneo o la riacutizzazione di una propria malattia.

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