Andrea Tornielli
da Roma
La libertà di pensiero «non può implicare» il diritto di «offendere il sentimento religioso» delle persone e certe forme di derisione possono rappresentare un«inammissibile provocazione». Ma le «azioni violente», così come lintolleranza, «reale o verbale», vanno assolutamente deplorate.
È affidato a un comunicato in tre punti il commento ufficiale della Santa Sede sulla vicenda delle vignette su Maometto. La dichiarazione è stata diffusa dalla Sala Stampa vaticana «per rispondere a varie richieste di precisazioni sulla posizione della Santa Sede di fronte a recenti rappresentazioni offensive dei sentimenti religiosi di singole persone o di intere comunità».
Innanzitutto, il Vaticano spiega che «il diritto alla libertà di pensiero e di espressione, sancito dalla Dichiarazione dei Diritti dellUomo, non può implicare il diritto di offendere il sentimento religioso dei credenti. Tale principio vale ovviamente in riferimento a qualsiasi religione». È noto infatti che, mentre certa satira feroce sulla religione islamica attira lattenzione internazionale a causa della reazione spesso violenta dei musulmani che si sentono offesi (significative a questo riguardo le immagini rilanciate dalle Tv di tutto il mondo che ritraevano uninsegnante intenta a mostrare ai piccoli alunni come bruciare e calpestare la bandiera della Danimarca), analoghi o peggiori atti di derisione nei confronti di altre fedi, come ad esempio quella cristiana, vengono considerate del tutto normali.
«La convivenza umana si legge ancora nella dichiarazione vaticana esige poi un clima di mutuo rispetto, per favorire la pace fra gli uomini e le nazioni. Inoltre, talune forme di critica esasperata o di derisione degli altri denotano una mancanza di sensibilità umana e possono costituire in alcuni casi uninammissibile provocazione». Lespressione «inamissibile provocazione» era lunica sottolineata nelloriginale del testo diffuso dalla Sala Stampa. «La lettura della storia insegna continua ancora il Vaticano che non è con tale via che si sanano le ferite esistenti nella vita dei popoli».
In questi primi due punti, dunque, Oltretevere manifesta preoccupazione per quanto accaduto e comprensione per la ferita inferta alla sensibilità dei credenti islamici.
Ma questa comprensione per le ragioni e la sensibilità di un miliardo e trecento milioni di credenti di fede musulmana non può significare in alcun modo giustificare ciò che sta accadendo. Per questo la Santa Sede aggiunge: «Va però subito detto che le offese arrecate da una singola persona o da un organo di stampa non possono essere imputate alle istituzioni pubbliche del relativo Paese, le cui autorità potranno e dovranno, eventualmente, intervenire secondo i principi della legislazione nazionale». «Azioni violente di protesta sono, pertanto, parimenti deplorabili», afferma il Vaticano.
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