Becciu contro "Report": basta falsità sul mio conto

I legali del cardinale escluso dal Conclave contro la trasmissione Rai: distorta la verità processuale e taciute le ipotesi di una macchinazione contro il monsignore

Becciu contro "Report": basta falsità sul mio conto
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Le bugie sul famigerato «processo del secolo» in Vaticano continuano a piovere, nonostante ciò che emerso in queste settimane. Come sappiamo, monsignor Angelo Becciu che si è beccato 5 anni e sei mesi per truffa e peculato senza essersi messo in tasca una lira e senza decidere nulla sulla compravendita di un palazzo di Sloane Avenue Londra si è visto costretto a lasciare il Conclave proprio mentre veniva fuori il marcio dietro la testimonianza del suo ex collaboratore monsignor Alberto Perlasca, il teste chiave dell'accusa che avrebbe collaborato con il Promotore di Giustizia Alessandro Diddi, il commissario della Gendarmeria Stefano De Santis e due donne (la Papessa Francesca Chaouqui e l’amica Genevieve Ciferri) per orchestrare false accuse contro Becciu, organizzare una cena trappola il 5 settembre 2020 al ristorante romano Lo Scarpone, al Gianicolo e così «risparmiare» Pietro Parolin: «Fa la gatta morta, ma... molte cose le sa benissimo, e le ha sempre sapute», dicono le due donne nelle circa 2.500 pagine di fitte conversazioni rivelate dalla Ciferri al finanziere inglese Raffaele Mincione, che ha ottenuto dalla Santa Sede un risarcimento da 1,5 milioni di spese legali dopo la condanna decisa dal Tribunale vaticano diretto da Giuseppe Pignatone.

Tanto che secondo una fonte vaticana l’inchiesta su quelle chat omissate si sarebbe riaperta. Come documentato dal «Tempo» infatti c'è la firma del Segretario di Stato uscente sul via libera al memorandum sull’affare londinese, nato su idea Credit Suisse di Londra, datato 25 novembre 2018, quando Becciu era alla già Congregazione dei santi. «Becciu è stato escluso dal Conclave perché condannato o è stato condannato per farlo fuori dal Conclave?», è la domanda che circola da giorni in Vaticano.

Nonostante la mole di materiale che mette in serio dubbio l’autenticità del processo c’è chi come «Report», da sempre ostile a Becciu, glissa sulle nuove verità per proporre tesi ampiamente smentite anche a dibattimento. È questa la doglianza degli avvocati del cardinale, Fabio Viglione e Maria Concetta Manzo, secondo cui in un servizio dell’11 maggio sarebbe andata in onda «una riedizione di fatti contrari alla realtà, ormai da anni puntualmente e pubblicamente smentiti anche in sede processuale». Nella trasmissione di Sigfrido Ranucci ci sarebbe stata una «palese distorsione della realtà» attraverso un accostamento tra l’acquisto del noto palazzo di Londra, «per il quale finanche il Tribunale Vaticano ha assolto il cardinale Angelo Becciu», ascoltando la versione di un ex collaboratore del Vaticano cacciato. «C’è una narrazione unilaterale volta a dipingere Becciu come ideatore e strenuo difensore di una non meglio precisata serie di attività opache», lamentano i legali.

Nel servizio peraltro non si cita nessuna delle sconvolgenti verità emerse grazie alla pubblicazione sul Domani di alcune di queste chat omissate, di cui si è occupato anche il Times «scagionando» Mincione, conversazioni «palesemente dimostrative del piano di inquinamento volto alla incriminazione del cardinale e della evidente macchinazione ai suoi danni». Da qui la richiesta di risarcimento danni a Report e alla Rai. Vedremo come andrà a finire.

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