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La vera storia dell'Opus Dei

Mentre si avvicina il centenario della fondazione, esce la prima ricerca storica sull'Opera voluta da san Josemaría Escrivá

La vera storia dell'Opus Dei
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Fare il nome dell'Opus Dei evoca potere e mistero per molti. Ma cos'è davvero l'Opera fondata da san Josemaria Escrivà? Una domanda a cui cerca di rispondere la prima ricerca storica realizzata sulla prelatura personale della Chiesa cattolica e firmata dagli studiosi José Luis González Gullón e John F. Coverdal.

Il fondatore

Josemaría Escrivá nacque a Barbastro, nell'Aragona, nel 1902 in una famiglia di piccoli imprenditori. Scoprì la vocazione alla fine del 1917 quando, al termine di una nevicata, vide dei carmelitani camminare scalzi nella neve. Fu un episodio che lo colpì molto e pensò: "Se altri fanno tanti sacrifici per Dio e per il prossimo, io non sarò capace di offrirgli qualcosa?". E fu così che decise di diventare sacerdote. L'idea della fondazione dell'Opera gli venne nel 1928 mentre si trovava nel convento dei lazzaristi, nei sobborghi nord di Madrid, per un ritiro spirituale. L'intuizione, che non aveva precedenti, era quella di costituire una realtà ecclesiale, i cui membri si dedicavano completamente a Dio ma senza costituire una congregazione religiosa tradizionale e le cui attività erano aperte a laici e sacerdoti. Le finalità individuate da Escrivà erano queste: dare a Dio tutta la gloria, santificarsi e
collaborare nella Chiesa alla salvezza degli uomini e prodigarsi per il regno di Cristo nella società. Non vollè accorpare l'Opera ad altre istituzione ecclesiali già esistenti e già da allora decise di comporla di due sezioni, una maschile e l'altra femminile.

La formazione

Grande importanza nella vita dell'Opus Dei ha sempre avuto la formazione. Escrivá ci teneva che i membri avessero una buona conoscenza degli insegnamenti della Chiesa anche per rispondere alle posizioni avverse nel corso dei dibattiti pubblici. La lettura principale è il Catechismo della Chiesa cattolica ma vengono tenuti anche dei corsi biennali di filosofia e teologia riservati ai soprannumerari per garantire loro una formazione dottrinale più solida. I soprannumerari e le soprannumerarie sono i fedeli laici e sono anche i più numerosi nell'Opera. L'attenzione per la formazione è tale che il fondatore negli anni Sessanta volle che per leggere libri di tendenza marxista venisse richiesto il permesso.

Prelatura personale

Escrivá si laureò in giurisprudenza e questo sarebbe tornato utile successivamente alla configurazione giuridica dell'Opera. Il fondatore fu scettico sulla formula dell'istituto secolare e si dimostrò sempre convinto che l'ideale per l'Opus Dei sarebbe stato il riconoscimento come Prelatura. Escrivà però non trovò molto ascolto in Giovanni XXIII e le cose non migliorarono troppo con Paolo VI che dal 1967 in poi smise di riceverlo. Montini fu probabilmente influenzato dal sostituto della Segreteria di Stato, monsignor Giovanni Benelli. Escrivá morì nel 1975 e l'atteggiamento della Curia romana verso l'Opus Dei cambiò nettamente con l'elezione di Giovanni Paolo II. L'interlocutore del nuovo Papa fu monsignor Álvaro del Portillom successore di Escrivò alla guida dell'Opus Dei. Con la bolla "Ut sit", san Giovanni Paolo II il 28 novembre 1982 eresse l’Opus Dei in Prelatura Personale nonostante l'opposizione di diversi vescovi di diocesi all'interno delle quali si trovavano dei centri dell'Opera.

Verso il centenario

Oggi l'Opera può contare su novantatremila fedeli e centosettantacinquemila cooperatori. Più della metà si trova in Europa e il 34% in America Latina. Il Paese col più alto numero di fedeli è la Spagna. Questi e altri dati sono contenuti nella ricerca storica "Opus Dei.

Una storia" edita da Ares e scritta da José Luis González Gullón e John F. Coverdal con la prefazione dello storico Agostino Giovagnoli e che contribuisce a fare chiarezza su una realtà spesso oggetto di pregiudizi, mentre ci si avvicina al centenario della fondazione nel 2028.

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