Roma«Con una spesa pubblica che viaggia al 50% del Pil, non andiamo da nessuna parte; in qualche modo, siamo condannati al declino». Giuseppe Vegas, nel limbo fra luscita dallesecutivo e la conferma parlamentare della designazione a presidente della Consob, approfitta della presentazione del suo ultimo libro, Il nuovo bilancio pubblico, per difendere ancora una volta la riforma che ha cancellato la vecchia legge finanziaria nel tentativo di bloccare lassalto alla diligenza dei conti pubblici, attraverso la pioggia degli emendamenti parlamentari da parte di maggioranza e opposizione.
Anche se nellultima sessione di bilancio, ancora non conclusa, «si è un po tornati alle vecchie abitudini - osserva il viceministro dellEconomia - abbiamo evitato il truogolo dove tutti si buttano per arraffare qualcosa. La legge di stabilità non è stata stravolta, se non in proporzioni minime».
Vegas difende anche i molto criticati «tagli lineari» alla spesa pubblica: avere meno fondi, spiega, significa razionalizzare la spesa, «anche se in questi anni - osserva - invece di tagliare le spese superflue si sono ridotte quelle necessarie, nella speranza che alla fine pagasse Pantalone; ma Pantalone ha smesso di pagare». Secondo il direttore generale della Confindustria, Gianpaolo Galli, la vera sfida da affrontare è di contenere e controllare la spesa pubblica, «salvaguardando però qualcosa per la crescita e la competitività: con uneconomia anemica - rileva Galli - i conti pubblici non possono essere sani».
Riprende domani, intanto, al Senato il viaggio della legge di stabilità, con lesame in commissione: il testo dovrebbe essere blindato rispetto a quello approvato dalla Camera. Resta tuttavia linterrogativo sulla sorte dei fondi destinati al 5 per mille, e tagliati.
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