Massimo Malpica
Un rifiuto, domenicale, differenziato o a domicilio, non si rifiuta a nessuno. Almeno nella capitale, dove ogni cittadino ne produce 615 chili ogni anno. E così, mentre sul pastrocchio in Senegal e sulla retromarcia in Honduras dellAma Walter Veltroni si guarda bene dal parlare, ieri il sindaco non si è tirato indietro quando si è trattato di presentare lennesima iniziativa della SpA comunale che si occupa di ambiente. Loccasione per un faccia a faccia con il presidente Ama Massimo Tabacchiera, così, non arriva dal desiderio di Veltroni di fare chiarezza e capire cosa succede nelle attività internazionali dellazienda, ma dallavvio del servizio di raccolta domenicale della spazzatura.
Una decisione «importante», ha spiegato Veltroni in conferenza stampa, perché «abbiamo un raddoppio del turno domenicale che non ha solo leffetto di una migliore pulizia la domenica, ma soprattutto quello di evitare che rimangano, il lunedì e qualche volta anche il martedì, le conseguenze delle difficoltà di raccolta domenicale». Ma di importante, forse di più, cè il pur tardivo annuncio della prossima sostituzione dei cassonetti, malconci e rotti per la maggior parte. Ne verranno cambiati 30mila in tutto, ha spiegato Tabacchiera, «al ritmo di duemila al mese». Mentre le pulizie domenicali verranno svolte «in turno ordinario e non, volontariamente, in straordinario» grazie a un accordo sindacale che permetterà allAma di non peggiorare ulteriormente il non brillante stato delle sue finanze. Quanto basta ai dipendenti per incassare il plauso tanto di Tabacchiera quanto del sindaco, con questultimo a elogiare «il senso di responsabilità e la disponibilità che i lavoratori dellAma hanno sempre dimostrato», grazie al quale «Roma sarà la prima città che potrà fare questo lavoro la domenica».
Speriamo che liniziativa abbia più fortuna rispetto alle ultime annunciate più o meno trionfalmente dal Campidoglio. Come la campagna di sensibilizzazione avviata a maggio scorso sulla raccolta differenziata, in occasione dellapprovazione del nuovo regolamento sui rifiuti. Erano state annunciate sanzioni a raffica per chi ometteva di dividere la spazzatura tra gli appositi cassonetti. Ma in molte zone di Roma sono proprio i contenitori dedicati alla carta o alla plastica, quando ci sono, ad aver laspetto dei rifiuti, spesso rotti, sporchi e traboccanti. Lo aveva ricordato, a luglio scorso, il consigliere di An Luca Malcotti, snocciolando i dati del rapporto sulla qualità della pulizia stradale a Roma firmato dallAgenzia per il controllo dei servizi pubblici locali. Due mesi dopo lentrata in vigore del nuovo regolamento, infatti, la fruibilità dei cassonetti per la raccolta differenziata era peggiorata dell11 per cento rispetto al precedente rapporto, e meno della metà di quelli sparsi per Roma (il 49,4 per cento) secondo il monitoraggio erano «sufficientemente fruibili». «Per quanto riguarda la raccolta differenziata - spiegava lesponente di An il 4 luglio - la quantità di aree circostanti i contenitori sporche peggiora del 22 per cento, e solo il 31,5 per cento sono pulite». Eppure, in una situazione dove lefficienza delle nuove regole spesso è resa impossibile proprio dalle carenze infrastrutturali più che dalla responsabilità dei cittadini, la squadra di «pizzardoni dei rifiuti» agli ordini dellassessorato capitolino allAmbiente avrebbe comunque elevato un discreto numero di multe, circa 500. Gran parte delle quali, circa il 60 per cento, per infrazioni al codice della strada legate alla raccolta dei rifiuti (come la sosta vietata che ostacola i cassonetti). «Il paradosso - racconta il responsabile aggiunto della Cisl polizia municipale, Gabriele Di Bella - è che molti degli automobilisti pizzicati in fallo dalla task force dellassessore Dario Esposito cercano di farsi multare anche dai vigili urbani.
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