«Esiste unaltra Roma oltre a quella della Festa del Cinema, una Roma non censita che tutti fanno finta di non vedere». E ieri Pier Ferdinando Casini, leader dellUdc, ha voluto visitarla, questa seconda città. E ha scelto il campo nomadi che si trova tra via Tiburtina e via di Ponte Mammolo, circa 2mila persone che popolano baracche di fortuna poco distanti dalle rive dellAniene. Loccasione per rendere visibile linvisibile: «Per anni il Comune di Roma ha fatto finta di non vedere i campi nomadi, questo è inaccettabile. Se questa città fosse stata governata dalla destra oggi avremo giustamente le polemiche contro chi ha governato, ma oggi Rutelli e Veltroni non possono tirarsi fuori da queste responsabilità perché non sarebbe serio nemmeno per loro». Ecco, la sinistra. «La sinistra a Roma si deve assumere la responsabilità di rispondere di questa doppia città», ha detto Casini. Il leader dellUdc, che ha raccolto anche le testimonianze e le proteste di alcuni abitanti della zona, ha condannato il raid contro i romeni e le ronde organizzate dai cittadini: «Ma bisogna capire perché esistono: sono frutto di uno stato di disperazione nei quartieri degradati delle città». Poi Casini ha visitato un punto dincontro domenicale, legalmente autorizzato, di cittadini ucraini che si trova a pochi passi dal campo nomadi: «Questa è unoasi di positiva, ci sono anche aspetti positivi di queste vicende perché dove cè accoglienza cè anche legalità».
Con Casini cera anche Luciano Ciocchetti, segretario regionale dellUdc, che ha lanciato pesanti accuse contro- chi ha amministrato Roma in questi ultimi anni: «Roma è la Capitale della tolleranza assoluta, lesatto contrario della tolleranza zero. La colpa è di chi ha amministrato in questi anni la Capitale, Rutelli e Veltroni, che sul degrado dilagante della città hanno fatto come Ponzio Pilato: se ne sono lavati le mani». «Tor di Quinto - ha aggiunto Ciocchetti - è solo uno dei tanti insediamenti abusivi presenti a Roma. A Ponte Mammolo e lungo lAniene abbiamo trovato una realtà paragonabile solo alle famigerate favelas brasiliane, una città invisibile perché ben nascosta lungo gli argini del fiume o in zone seminascoste. Baracche, sporcizia, mancanza di igiene, oggetti abbandonati, condizioni di vita da terzo mondo e allo stesso tempo macchine di grossa cilindrata e antenne satellitari: questa la realtà che ci si trovati davanti. È chiaro che cè qualcosa che non va e che qualcuno deve assumersi la responsabilità di tanto degrado da un lato, ma anche di tanta illegalità dallaltro perché non credo proprio che la gente che vive in queste situazioni ha un lavoro regolare». E per il capogruppo dellUdc al comune di Roma Dino Gasperini «Ponte Mammolo, insieme a tante altre zone sia centrali che periferiche, è lo spaccato reale della città lontano anni luce dalle Notti bianche e dalle feste del cinema.
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