da Roma
Come Crono e Zeus, padre e figlio sono destinati a eliminarsi per porre fine al loro insanabile conflitto. Certo, Romano Prodi ha sempre considerato Walter Veltroni più un fratello che un figlio, ma non vè dubbio che il premier si ascriva la paternità del nuovo soggetto politico che il sindaco di Roma sè candidato a guidare. A parole tutto fila liscio. Veltroni giura e spergiura che «non faccio ombra a nessuno» e che «scopo del Pd è dare sostegno al governo», mentre Palazzo Chigi parla di «visione comune» e «sfumature».
Il problema, però, è che con lapprossimarsi della Finanziaria lex segretario diessino ha stabilito una chiara sintonia con Rutelli (pure lui a ribadire che «non ci sono contrasti con Prodi» e i riformisti nel proclamare la necessità di un abbassamento della pressione fiscale). Il presidente del Consiglio non ha fatto mistero di non gradire queste fughe in avanti. Ma pòlemos, la guerra, sembra un destino irreversibile. Soprattutto quando non si comprende quale sia la distinzione delle competenze.
Ieri Prodi ha incontrato il segretario di Rifondazione Giordano e poi i ministri dellEconomia e dello Sviluppo, Padoa-Schioppa e Bersani. Obiettivo: iniziare la messa a punto della manovra? Che cosa ha fatto Veltroni? Ha incontrato il viceministro dellEconomia, Vincenzo Visco, e il capogruppo dellUlivo al Senato, Anna Finocchiaro. Il primo, tra laltro, gli ha illustrato alcune misure che sono attualmente allo studio (come la possibilità di uno scambio tagli-incentivi con Confindustria). La seconda, oltre alla predisposizione delle liste, lo ha aggiornato sullattualità politica.
Veltroni, che ha trovato il tempo per un meeting con il ministro Pollastrini, ha avuto abboccamenti con esponenti diessini. E la comune matrice politica dovrebbe servire a dissipare i rumor sulla sua iperattività. Ma è chiaro che dalla sua posizione privilegiata in Campidoglio il leader in pectore del Pd stia monitorando la stesura della Finanziaria, forte di quellasse con Rutelli.
Al di là di quelli che possono essere definiti i legittimi timori di Prodi circa una sua pronta rottamazione, la migliore fotografia della situazione è quella che si fa in ambienti della sinistra radicale. «Lintrusione di Veltroni - si commenta - è una sfida al premier, ma il presidente non ha intenzione di mollare e una politica di soli tagli per abbassare le tasse non si farà». Anche per questo motivo, oltre che per alzare il tiro contro il protocollo sul welfare, i vertici della Cosa rossa si incontreranno domani a Montecitorio.
La sinistra si aggrappa a Prodi e al programma, ma la destabilizzazione resta.
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