È uno dei più entusiasmanti e succosi ritorni alla «pole» dell'intera storia della Ferrari, che pure di alti e bassi ne ha avuti a iosa. E questo perché aggiunge il sapore della vendetta tecnica della Bridgestone contro i «delaminatori» e gli «spiattellatori», che nel 2005 hanno giocato con la sicurezza, pur di affermarsi. Tutti i tecnici e gli appassionati dello sport motoristico devono gioirne, anche se questa non è più Formula 1, ma Formula B1, in parallelo con la A1 dei poveri, dei falliti o dei diseredati, dove i motori possono chiamarsi tutti Zytek o Piffer e dove le macchine devono chiamarsi tutte Lola o Lolita, per diventare, al massimo, Lola-Ferrari, Lola-McLaren o Lola-Honda...
Purtroppo, resta il salto nel buio, in una gara senza parametri, perché terremotata da regolamenti assurdi, che sembrano quasi scritti da psicopatici. Sì, con il nuovo «format» di qualifica, assolutamente folle, l'ineffabile «Bravo Charlie» si è procurato gli elementi per divertirsi a seguire il gran premio, cioè la dichiarazione di quanto carburante le macchine imbarcano per gli ultimi venti minuti di prova e per la corsa. Ma questa determinante informazione tecnica è negata alla massa (rimanga ignorante!) del popolo televisivo. Così, noi sappiamo che il bravissimo Schumi (ci vuol classe per emergere con macchine meno potenti) ha dato lo 0,13% a Button e lo 0,30% all'«odiato» campione del mondo. Non sappiamo, però, con quale peso l'abbia fatto, quindi con quali previsioni per il primo «stint».
Ai miei tempi, la Fia pesava continuamente le macchine e distribuiva la lista ufficiale dei pesi.
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