Roma - Sono quattro, come i moschettieri di Dumas, le donne ministro del neonato governo Berlusconi. Tutte giovani, giovanissime. Mariastella Gelmini va alla Pubblica istruzione e Stefania Prestigiacomo all’Ambiente, due dicasteri con portafoglio. Giorgia Meloni alle Politiche giovanili e Mara Carfagna alle Pari opportunità, entrambe senza portafoglio.
«Recuperare il merito nella scuola per i docenti e per gli studenti». Sarà questo l’obiettivo del ministro della Pubblica istruzione, dell’Università e della Ricerca scientifica. Un traguardo molto impegnativo. Proprio per questo Berlusconi ha affidato il dicastero alla Gelmini, di cui si fida come del suo braccio destro. Nata a Leno, in provincia di Brescia, trentacinque anni il prossimo luglio, è laureata in Giurisprudenza. Cattolica, ama ripetere le parole di Paolo VI: «la buona politica è la più alta forma di carità». Ha appena 21 anni quando entra in Forza Italia. A 25 è presidente del consiglio comunale a Desenzano e nel 2005 prende 17mila preferenze alle elezioni regionali. Berlusconi la nomina coordinatrice di Forza Italia in Lombardia. «Avevo appena 32 anni quando mi ha affidato un ruolo chiave, quello del coordinatore, tipicamente maschile», ricorda la Gelmini. Nella scorsa legislatura aveva presentato una proposta di legge sulla pubblica amministrazione che ha messo in allarme il mondo della scuola per un particolare: gli aumenti di stipendio per i docenti dovrebbero scattare in base al merito e non automaticamente con gli anni. I sindacati affilano le armi e la sinistra è pronta a crocifiggerla.
Stefania Prestigiacomo conquista l’altro ministero con portafogli, quello dell’Ambiente. È l’unica ad aver già ricoperto il ruolo di ministro e anche l’unica ad aver superato, da poco, i 40 anni. Per cinque anni aveva guidato le Pari opportunità con grande impegno, conducendo una battaglia per le quote rosa anche contro il parere di esponenti del centrodestra. Entra per la prima volta alla Camera nel ’94 e la sua bellezza le guadagna il titolo di Miss Parlamento. Nel 2001 diventa ministro per le Pari opportunità e le incarna nei fatti dando alla luce un bambino poco dopo e aprendo un nido al ministero. Ha preso posizioni non allineate con il partito, come quella sulla legge 40, e non disdegna alleanze trasversali al femminile.
Giorgia Meloni, per chi la conosce da sempre Giorgia della Garbatella dove è nata nel gennaio del ’77, è il ministro più giovane. E non stupisce visto che fa politica dall’età di 15 anni. Di tappe ne ha bruciate molte. Comincia con il Coordinamento studentesco Gli Antenati contro l’allora ministro della Pubblica istruzione, Rosa Russo Iervolino. Poi passa per la dirigenza di Azione giovani, il movimento studentesco di Alleanza nazionale e il 4 maggio del 2006 diventa la più giovane donna vicepresidente della Camera. Da ministro delle Politiche giovanili ha le idee chiare: «Il mio compito sarà interpretare le istanze delle nuove generazioni e trasformarle in atti concreti - dice la Meloni -. La decisione del centrodestra di attribuire un’importanza così esclusiva alle nuove generazioni rappresenta per la politica italiana un’assoluta novità».
Infine Mara Carfagna alle Pari opportunità. Innegabilmente la più chiacchierata sia per la sua provenienza dal mondo dello spettacolo sia per la famosa battuta che le rivolse Berlusconi durante il galà dei Telegatti nel gennaio 2007: «Se non fossi già sposato la sposerei subito». Partecipò a Miss italia nel ’97 ed ha lavorato come valletta in Rai. L’incontro con Berlusconi grazie al suo papà militante di Forza Italia. Si laurea in Giurisprudenza entra nel partito e si impegna fino a diventare coordinatrice nazionale di Azzurro donna.
In campagna elettorale punta soprattutto sulla difesa della famiglia e del diritto alla maternità. Certamente oggi non somiglia più alla show girl degli inizi. Ha tagliato i capelli corvini, è molto dimagrita e indossa sempre tailleur severissimi. Ha perso l’aria da vamp ma non l’avvenenza.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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