Non vè altra ragione, oltre quella discografica, che giustifichi il ritorno a Santa Cecilia della monumentale Messa da Requiem di Giuseppe Verdi, a poco più dun anno dalla precedente, memorabile esecuzione del novembre 2007, diretta ancora da Antonio Pappano. Ci si convinca che la ragione discografica non è da sottovalutare, specie quando il mercato attraversa un periodo di calma piatta; semmai sta a dimostrare che lOrchestra e Coro dellAccademia diretti dal suo direttore musicale sono fra le poche istituzioni italiane (forse lunica) a vantare una presenza sul mercato discografico internazionale. Il che giustifica a pieno titolo anche il cambiamento dei giorni nella normale programmazione ceciliana. Le tre consuete esecuzioni, durante le quali sarà effettuata la registrazione «live» del Requiem, avverranno, eccezionalmente, venerdì, domenica e martedì, per dar modo ai solisti di far riposare la voce e affrontare con maggior tranquillità le impegnative recite. Per le quali debutta a Roma - dopo una fugace quanto infelice apparizione a Caracalla, due anni fa, accompagnato con punitiva decisione dal solo pianoforte, il celebre tenore messicano Rolando Villazon. «Non mi sento né Bogart, né Valentino, ai quali spesso mi paragonano per laspetto fisico - ci ha confessato -, perché non mi sento un conquistatore né tenebroso né mediterraneo. Mi piacerebbe piuttosto somigliare a Charlie Chaplin, per la sua simpatia, la tenerezza ma anche lironia e il suo gusto per il gioco».
Pupillo delle platee mondiali, in coppia fissa per un tempo con lavvenente quanto superlativa Anna Netrebko, «con tutte le partner femminili sono stato sempre fortunato», scherza Villazon, erede riconosciuto dei grandi tenori latino- americani (José Carreras, Placido Domingo), voce di notevole bellezza e corpo, tornato in splendida forma dopo un riposo forzato durato più dun anno per effetto del superlavoro, sempre deleterio per un cantante a qualunque età, e pur dotato di ottima tecnica vocale. Pappano, con il quale Villazon ha lavorato spessissimo al Covent Garden («lavorare con Pappano è un sogno; lo ammiro da tempo», ci ha dichiarato il tenore), lha voluto anche per questa registrazione, lussuosa in termini di solisti, avendo egli al suo fianco altri tre bei nomi della vocalità internazionale: il soprano Anja Harteros, il mezzosoprano Sonia Ganassi (presente anche nella precedente esecuzione del Requiem, novembre 2007) e il basso René Pape.
Pappano, con Verdi gioca in casa; lui, oggi, conosce bene e forse più di ogni altro direttore, il melodramma, anche quando porta in scena la fede. Riesce a toccare tutte le corde espressive; sa guidare i cantanti con mano sicura, stando al loro fianco anche nei momenti difficili (e ve ne sono!); e controlla con autorevolezza orchestra e coro.
Il conclusivo Libera me - scrivemmo a proposito della precedente esecuzione del Requiem - Pappano lo legge come un concitato, drammatico finale dopera, assolutamente nuovo per la nostra esperienza; degna conclusione della sacra rappresentazione, continuamente oscillante fa terrore e pietà, di cui Lacrymosa, Agnus Dei, Rex tremendae majestatis sono altrettanti capitoli. Questo Requiem di Verdi rappresenta uno dei più indimenticabili raggiungimenti di Pappano a Roma.
Auditorium. Sala Santa Cecilia. Oggi alle 21, domenica 11 (ore 18), martedì 13 (ore 19.30). Info: 06.8082058.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.