Verdi sacro e la Prima di Beethoven per l’«ultima» stagionale di Pappano

C’è profumo di incenso, salvo qualche zaffata sulfurea, in buona parte del programma sinfonico che Antonio Pappano ha scelto per il suo ultimo concerto di stagione; prima della stagione ventura, lo si riascolterà solo ai primi di luglio, nella Nona di Beethoven. In programma il grandioso «Te Deum» per doppio coro e orchestra di Giuseppe Verdi e il Prologo da Mefistofele - per basso, coro e orchestra - opera giovanile di Arrigo Boito, librettista per Verdi (in tal senso i libretti di Otello e, ancor più di Falstaff sarebbero sufficienti alla sua glorificazione) e musicista in proprio che, nella maturità, scriverà ancora un’opera: «Nerone», da tutti riconosciuto come il capolavoro. Mentre «Mefistofele» segna l’esordio del musicista ventiseienne, il «Te Deum» è raggiungimento della vecchiaia (Verdi lo scrisse assieme ad altri pezzi sacri, superati gli ottanta); e, dei quattro pezzi sacri, è meritatamente il più conosciuto ma anche il più riuscito, in ragione della sua sapiente struttura e finezza di scrittura, che, si apre con il «Te Deum» gregoriano, affidato al coro a cappella, e va avanti in crescendo, fino all’esplosione del triplice «Sanctus». A Dio inneggiano nel TE Deum, cori di angeli ed arcangeli, cherubini e serafini; gli stessi cori che troviamo nel «prologo in cielo» del Mefisteofele (nella seconda definitiva versione dell’opera il prologo celeste ha preso il posto del prologo in teatro, un po’ stucchevole, nel corso del quale, l’autore, uno spettatore e un critico si interrogavano sulla figura di Faust). «Mefistofele» si apre con un grande affresco sinfonico-corale la cui potenza e ricchezza di colori gli continuano a meritargli una vita autonoma dall’opera stessa. Squillano le sette trombe, rombano i sette tuoni, e le Falangi celesti, alle quali si uniscono poi i cherubini e i cori delle penitenti, cantano: «Ave Signore degli angeli e dei santi! Allelujate, trombe, cetre, cori!», quando si manifesta Mefistofele che lancia a Dio una sfida: indurre in tentazione il vecchio Faust. In cielo avranno la meglio i cori celesti, ma il primo atto si sposterà poi nella città di Francoforte, il giorno di Pasqua.

Nella parte di Mefistofele il noto basso uruguayano Erwin Schrott. Il concerto si aprirà, invece, con la Sinfonia n.1 di Beethoven. Auditorium. Domenica 3 maggio (ore 18), lunedì 4 (ore 21), martedì 5 (ore 19.30). Info 068082058.

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