Il Partito del Sud già finito nel limbo dei mai nati, la Lega Nord un movimento che ha un quarto dei voti del Pdl e non può condizionare il governo. Il coordinatore del Pdl, Denis Verdini (nella foto), mette la parola fine a quelle che definisce «chiacchiere agostane» nate da «insoddisfazioni personali», comprese le voci di un possibile avvicendamento alla guida del partito. «Il triumvirato serve, siamo in una fase di trasizione». Ma in ogni caso, aggiunge, «abbiamo un leader e, se decidesse in altro modo, sia io che La Russa e Bondi non avremmo nessun problema a uniformarci». Verdini esprime un giudizio duro nei confronti di Lombardo: «Il suo tentativo di incrementare la propria rendita politica era chiaro e ha fallito, il Pdl è e resterà un partito nazionale». Si è trattato, spiega Verdini, di «un contrasto di visioni diverse del partito: una facente capo a Miccichè e una a Schifani e Alfano. È stata una fase di assestamento che ora, dopo lintervento di Berlusconi, si è risolta».
Senza fondamento anche le critiche di un governo a rimorchio di Bossi: «La Lega è un partito che usa parole crude e pone dei problemi in maniera che colpisce, ma noi non siamo affatto condizionati dalla Lega. Semmai il centrosinistra». Il coordinatore del Pdl ricorda che il Carroccio «resta un partito del 10 per cento, noi abbiamo il 40» e che alle Europee «la Lega, al di sopra del Po, ha perso voti, mentre li ha conquistati al di sotto del Po». Lalleanza tra due forze che «puntano a cambiare il Paese è solida» e «non può essere messa in discussione», anche perché «labbiamo già sperimentato in tutte le varie elezioni che questo rapporto non può essere toccato.
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